Il Pulo di Molfetta in un documentario del 1954

“La Puglia nel tempo”, docufilm della serie “Il volto delle epoche” prodotto dall’Appia Film nel 1954, ci mostra alcune significative sequenze sulla stazione neolitica di Molfetta, un unicum di archeologia, storia e natura nel territorio pugliese

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“Il volto delle epoche è il volto della Puglia”. Così si conclude questo bellissimo documentario di quasi settantanni fa sulla storia della Puglia, dalla sua formazione geologica, fino ai giorni nostri, passando attraverso il periodo preistorico, ellenistico, romano e medioevale. Bellissime le sequenze su una delle più importanti ma anche suggestive stazioni neolitiche della Puglia: il Pulo di Molfetta. Anche se stiamo parlando di un documentario degli anni Cinquanta, di un breve filmato sulla storia della Puglia destinato ad un pubblico vasto, lo stesso che affollava le sale cinematografiche del tempo, ai consulenti storici e preistorici che collaborarono con la regia di questo bellissimo docufilm, parlando di neolitico in Puglia, non sfuggi affatto l’importanza della stazione neolitica presente nell’agro molfettese.

Negli anni Cinquanta, quando la televisione era ancora un miraggio per la stragrande maggioranza della popolazione, questi documentari, proiettati prima dell’inizio di ogni film nelle sale cinematografiche, costituivano uno strumento di conoscenza e formazione culturale di massa. Sebbene “in pillole”, la storia veniva divulgata anche, ma forse soprattutto, in questo modo, se si considera che la piaga dell’abbandono scolastico precoce (già dopo i primi anni di scuola elementare) era ancora ben lungi dall’essere efficacemente contrastata in quel periodo.

Veduta di J. Hawkins tratta da G. Zimmerman “Voyage à la nitrière nauturelle qui si trouve à Molfetta dans la Terre de Bari en Pouille”. (Bari Biblioteca Provinciale De Gemmis). Schizzo a china realizzato nel 1788 dall’illustratore inglese.

In questo breve, ma bellissimo documentario dell’Istituto Luce, si vedono in sequenza: l’Altopiano delle Murge ricco di ulivi; la sua costituzione, come quella del Gargano, ricondotta dai geologi al periodo dell’era quaternaria; la rappresentazione dell’era quaternaria secondo il regista; la presenza dell’uomo confermata dal ritrovamento di armi di pietra; i ritrovamenti di pietre con scritte e disegni negli antri delle caverne del periodo paleolitico; le grotte del Pulo di Molfetta dove si stanziarono gli uomini del periodo neolitico; le armi che con l’evoluzione si perfezionano e i ritrovamenti che ci mostrano asce in pietra dura e lance; i primi lavori in ceramica che hanno decorazioni con impressioni a crudo; l’età del bronzo che viene manifestata dai ritrovamenti di dolmen per il culto dei morti; le armi da caccia e da difesa forgiate nel bronzo; le ceramiche con decorazioni scure con fondo chiaro del periodo del ferro; la civiltà ellenica che giunge sino alla Puglia; i ritrovamenti di vasi dipinti che recano i miti della cultura greca; uno specchio di bronzo usato dalle donne; la conquista della Puglia ad opera dei Romani con le popolazioni locali che assimilano i riti dei colonizzatori; alcune statuine di combattimenti di gladiatori; le ville di governatori romani ornate di mosaici che riproducono combattimenti tra fiere; la Puglia che viene invasa dai barbari e la regione in balia di predoni di terra e di mare; la possente costruzione di Castel del Monte, voluta da Federico II di Svevia con la sua particolare planimetria; la Puglia moderna che vede sui campi pietrosi passare il trattore meccanico; il contadino pugliese che lotta contro un terreno difficile; la costruzione quasi in ogni paesino di nuove case, strade di comunicazione, servizi di acqua e luce elettrica; il nuovo volto della Puglia.

L’Istituto Nazionale Luce fu istituito nel 1924 durante il regime fascista e fu in Italia il primo esempio di organizzazione pubblica e sistematica di educazione, informazione e propaganda attraverso le immagini. Ente statale alle origini, produttore e custode della più vasta documentazione filmica e fotografica d’Italia dalla vigilia del sonoro, ha mantenuto e accentuato nel corso degli anni la sua vocazione alla raccolta e alla conservazione di materiale iconografico proveniente da tutto il territorio nazionale, creando nel tempo un importantissimo giacimento culturale molteplice per genere e provenienza.

Pulo di Molfetta con sfondo panoramico della città. Cartolina del 1957.

Dal 1927 al 1945 furono prodotti i Giornali Luce: l’archivio oggi annovera le cineattualità mute prodotte dal 1927 al 1932; i sonori prodotti dal 1931 al 1939, di cui i primi in presa diretta; quelli del periodo bellico che comprendono anche i numeri realizzati durante i 45 giorni del Governo Badoglio, dopo il 25 luglio 1943, e 53 numeri editati durante la Repubblica Sociale. Questi cinegiornali sono fondamentali come fonte storica non solo per la ricostruzione politica ed economica, ma anche perché consentono di delineare una storia del costume e della società del tempo.

Primo ente specializzato nella cultura dell’immagine e dell’audiovisivo, nato come strumento di propaganda nel periodo fascista, l’Istituto ha accompagnato la storia nazionale costituendo uno degli archivi più vasti e importanti del mondo. Di recente, alcuni autori, storici e ricercatori, hanno prodotto diverse opere utilizzando il prezioso materiale del Repertorio, per destrutturate il mito della “colonizzazione buona”, evidenziando il carattere violento e tragico dell’avventura coloniale italiana.

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