Le “lampare”, le piccole barchette sospese nel buio tra cielo e mare

La pesca con la lampara a Molfetta: lo spettacolo delle calde notti d’estate, lo scenario suggestivo e romantico dei riflessi sul mare lievemente increspato di quelle luci in lontananza. Da un racconto di Angelo Boccanegra

Una “lampara”

La “lampara” è una lampada montata sulle imbarcazioni dei pescatori che viene usata per illuminare una zona d’acqua, durante le battute di pesca notturne, per attirare i pesci in superficie facilitando la loro cattura.

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Nei secoli scorsi la “lampara” stava ad indicare esclusivamente la grande lampada installata sulle barchette, oggi invece il termine fa riferimento all’intero peschereccio ed alle attrezzature che servono per questa particolare tecnica di pesca.

Durante le calde notti d’estate, gli insonni o i nottambuli, possono ancora ammirare il mare illuminato in lontananza dalle “lampare”, le piccole barchette sospese nel buio indistinto del cielo e del mare. Uno scenario molto suggestivo, romantico per chi ama e si lascia ispirare dai riflessi sul mare lievemente increspato di quelle luci in lontananza. Con l’approssimarsi dell’estate, le lampare invadono il nostro mare ogni notte per pescare e illuminare l’acqua con le caratteristiche lampade; sono talmente numerose da far apparire il mare nero come un secondo cielo disseminato di stelle. Questa tipologia di pesca, praticata con mare calmo, tutte le notti, ad eccezione di quelle con la luna piena, è molto diffusa a Molfetta.

Appena si fa buio, nei mesi estivi, inizia la fatica dei pescatori che spingono a remi la barca, senza far molto rumore, quasi in religioso silenzio, pronti a percepire il minimo segnale di pesci e pronti a calare le reti. Un pescatore che governa i remi e l’altro con la testa infilata dentro un secchio di alluminio a pelo d’acqua, pronto a percepire il minimo segnale della presenza dei pesci. Illuminando lo specchio d’acqua interessato, i pesci verranno attirati dalla luce e come imbambolati saliranno in superficie per essere poi pescati con una rete particolare.

La tenacia dei pescatori molfettesi ha permesso loro di sopravvivere nel corso dei secoli. Dall’antico porto, con ostinazione, si sono spostati in mare aperto alla ricerca di zone pescose. Da secoli la pesca è fonte di sostentamento e di orgoglio per tante famiglie molfettesi. La nostra tradizione marinaresca che ci lega da sempre con il mare. Fiumi di parole sono stati versati sull’argomento e ancora si troverebbe qualcosa da dire. Il problema sono proprio le parole, troppo limitate rispetto a qualcosa di troppo grande, troppo immenso da comprendere, nel suo eterno e misterioso rifrangersi di onde e schiuma sulla riva, fino ai nostri piedi. L’eterno scorrere di qualcosa che cambia di attimo in attimo, pur rimanendo invariato nella sua natura selvaggia. L’attimo in cui il mare giunge a riva, dove ancora non è terra, dove non è neppure mare, è l’attimo in cui il mare si regala a noi. Dovremmo sentirci lusingati, a volte. Elemento indispensabile per la comunicazione e gli scambi tra popoli, fonte infinita di ispirazione poetica ed artistica, emblema del pericolo, ma anche della libertà, sorgente inesauribile di storie e leggende dal sapore salato. Per noi il mare è tutto questo e molto altro ancora, se pensiamo alla nostra storia, alle nostre tradizioni, alla nostra gastronomia basata in buona parte sull’uso del pesce, in tutte le sue infinite e squisite varianti.

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