Visitando la Cattedrale di Molfetta: la cappella dei SS. Pietro e Paolo

In questa cappella, custodita in una teca di cristallo, si trova l’urna di cristallo e argento all’interno della quale si trovano le reliquie di San Corrado

Cattedrale di Molfetta, Cappella dei SS. Pietro e Paolo. Al centro dell’altare la teca con l’urna contenente le reliquie di San Corrado
L’attuale cattedrale molfettese fu costruita dai Gesuiti nel corso del Seicento e dedicata al loro fondatore, Ignaziodi Loyola. Iniziata nel 1610 fu ultimata solo nel 1744 con la costruzione della facciata.

Con la soppressione della Compagnia di Gesù nel 1767 la chiesa rimase per alcuni anni abbandonata, finché nel 1785, debitamente restaurata ed ampliata, fu eretta a nuova cattedrale diocesana, al posto dell’antica chiesa, l’odierna chiesa di San Corrado, o “Duomo Vecchio”. In questa occasione furono traslate le reliquie del Patrono S. Corrado, dall’antica Cattedrale (Duomo Vecchio).

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Dal 1893 il corpo di San Corrado è custodito in una teca mobile d’argento e cristallo, collocata nel 1981 in basso all’altare della Cappella dei SS. Pietro e Paolo. In una cassaforte si conserva il busto argenteo contenente il teschio, ed il reliquiario della terza vertebra cervicale, portato un tempo al capezzale dei moribondi.

Secondo l’uso del tempo i cadaveri venivano inumati nei sotterranei delle chiese, senza nome o altro dato di riconoscimento che ne consentisse a distanza l’identificazione; solo pochi privilegiati — esponenti dell’alto clero o membri di famiglie patrizie che possedevano cappelle private — sfuggivano all’anonimato. Quasi tutte le cappelle della Cattedrale si configurano quali cellule staccate l’una dall’altra, intrinsecamente omogenee, anche se discordanti tra loro. Ognuna di loro, infatti, vive come un organismo autonomo, cosa del tutto normale nelle chiese gesuitiche, dove per consuetudine la Compagnia concedeva alle ricche famiglie la responsabilità della decorazione tanto che molto spesso, alcune famiglie, davano incarico all’ordine gesuitico di allestire la cappella, pagandone naturalmente le spese.

Questa cappella, fu fondata il 1683 dal vescovo Giacomo Santoro, al quale fu concessa appena un giorno prima della morte dal rettore gesuita Francesco Schinosi. Evidenti sono le analogie stilistiche con l’altare e la Cappella del Crocifisso. Sull’altare, una tela raffigurante i SS. Pietro e Paolo, e più in alto una piccola tela centinata raffigurante la Madonna col Bambino e angeli, attribuite entrambe al bitontino Nicola Gliri. Sullo stesso altare era posto il dipinto del Lanari di S. Pietro e Paolo, successivamente spostato nella sala capitolare.

Molfetta, Cattedrale di Santa Maria Assunta. Allestimento della solenne esposizione del busto reliquiario e dell’urna contenente le spoglie di San Corrado. Ph. Maria Cappelluti
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