Ricordi delle feste nuziali di una volta: il taglio della cravatta dello sposo

Per gli innamorati il giorno del proprio matrimonio è considerato da sempre il più bello della vita, ma in passato non lo era sicuramente per la cravatta dello sposo e forse anche per gli invitati al banchetto nuziale. Da un racconto di Angelo Boccanegra

Il rito del “taglio della cravatta”

Usi e costumi di una volta. Oggi parliamo di una particolare usanza delle feste nuziali di una volta:  il “taglio della cravatta” dello sposo. In passato, il giorno delle nozze, oltre al tradizionale lancio del bouquet della sposa ma poi anche della giarrettiera, tradizioni che sono vissute come un momento felice dagli sposi, ma soprattutto degli invitati che si portano a casa un ricordo del matrimonio che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) il potere di portare fortuna, v’era l’usanza dalle nostre parti del “taglio della cravatta” dello sposo almeno fino ai primi anni Ottanta. 

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Erano gli amici dello sposo ad organizzare il “taglio della cravatta” ed era un modo per racimolare un altro gruzzoletto per gli sposi. Durante il pranzo, lo sposo, spesso in combutta con alcuni amici, attuava uno stratagemma: approfittando di una visita alla toilette, sostituiva la preziosa cravatta matrimoniale, con un’altra di poco valore. Gli amici dello sposo poi, in un secondo momento, se ne appropriavano e giravano per i tavoli degli invitati cercando di strappare le le migliori “offerte” agli invitati, per ogni pezzo di cravatta tagliata. La cravatta veniva tagliata a strisce e gli invitati facevano un’offerta simbolica per il pezzo di stoffa senza sentirsi obbligati a “donare” grosse cifre. Qualche volta, quando gli animi erano particolarmente allegri, venivano addirittura organizzate delle vere e proprie aste nelle quali parenti ed amici si contendevano a suon di rialzi i resti della cravatta, con gran divertimento di tutti! Ovviamente, il nodo veniva considerato la parte più pregiata o, forse, quella che portava più fortuna e quindi doveva strappare la miglior offerta.

Un volta finita la raccolta o l’asta, i soldi accumulati, venivano donati agli sposi che, secondo la tradizione, dovevano usare quei soldi per le loro prime spese. Il taglio della cravatta è un’usanza che al giorno d’oggi non sembra più essere molto apprezzata, mettendo in imbarazzo gli sposi e forse anche dagli invitati a cui non va proprio di tirare fuori ancora altro denaro, dopo aver consegnato agli sposi la fatidica busta con i soldi. La partecipazione ad un matrimonio, oggi come oggi, è già un impegno abbastanza gravoso per cui questa ulteriore elargizione ad un certo punto non è stata vista più di buon occhio.

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