Duomo di Molfetta: incontro ravvicinato con il “saraceno”

Un uomo che regge un bacile in cui nuota un pesce. E’ una delle opere medievali che colpiscono maggiormente all’interno di quel capolavoro di arte romanica rappresentato dal Duomo di Molfetta

Tre diverse prospettive del volto del saraceno. Ph. Nicolò Azzollini

Il Duomo di San Corrado, a Molfetta, è un armonico e perfetto mix di elementi bizantini, romanici e musulmani, segno dei frequenti contatti e scambi con il vicino Oriente.

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Edificato tra il XII e il XIII sec., il Duomo di Molfetta è una delle più grandi chiese in stile Romanico Pugliese con tre cupole in asse e due torri, l’una di avvistamento, l’altra campanaria. L’attuale ingresso sul mare è stato aperto negli anni ‘40 del Novecento, ma il vero e antico ingresso è quello a Sud. La parte più antica è quella absidale, caratterizzata da una teoria di archi a tutto sesto che si intersecano, in uno stile arabeggiante. All’interno la zona presbiteriale mostra tracce dell’antica decorazione pittorica, dei pavimenti policromi originali e della decorazione scultorea.

Tra le opere che sorprendono di più, però, all’interno di questa singolare e monumentale chiesa, c’è una bellissima acquasantiera. Risalente al XII secolo, l’acquasantiera, detta del “saraceno”, posta a destra dell’ingresso meridionale, è considerata la più antica tra tutte le acquasantiere della chiesa. Il suo nome deriva, probabilmente, dalla testa moresca della figura umana accovacciata sulle cui ginocchia è appoggiata la vasca che serve, appunto, da acquasantiera. Particolare curioso, all’interno della vasca è scolpito un pesce che nuota, simbolo ricorrente nell’iconografia religiosa del tempo.

Duomo di Molfetta, acquasantiera del saraceno: bellissima sequenza del volto del saraceno.
Le mani del saraceno che reggono un bacile all’interno del quale nuota un pesce.
Particolare delle scanalature a spirale del bacile.
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