Renato Brunetta contro il salario minimo: «è contro la nostra storia»

L’Europa è a un passo dall’accordo politico sulla direttiva per il salario minimo ma in Italia “c’è chi dice no” e, tra questi, in primis  il ministro di Forza Italia. Una presa di posizione a dir poco vergognosa! Siete d’accordo?

Prendendo spunto dalle promesse elettorali di Berlusconi in previsione delle elezioni politiche del 2018, moltissimi internauti si scatenarono con l’hastag #PrometticomeSilvio, inventando gli slogan elettorali berlusconiani più assurdi. Quello pubblicato è uno dei meme più divertenti che circolarono in rete agli inizi del 2018.

La Commissione europea nel 2020, punta a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi rispettando le diverse impostazioni nazionali dei ventisette Paesi e a rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva.

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Il round decisivo di negoziati tra le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio Ue) prenderà il via lunedì a Strasburgo, a margine della plenaria del Parlamento europeo.Le probabilità di arrivare a un accordo nella notte tra lunedì e martedì, a quanto si apprende, sono molto alte. Ma intanto, dal governo italiano, c’è chi si oppone in maniera netta, il ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta: «Il salario minimo — spiega da Trento, dal festival dell’Economia organizzato dal gruppo 24 Ore — per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriali. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali. Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività».

Nei giorni in cui la Germania, apripista, l’ha fissata ad un minimo di 12 euro l’ora, in Italia “c’è chi dice no” e, tra questi, in primis  il ministro di Forza Italia. Una cosa vergognosa visto che l’Italia è l’unico paese europeo in cui i salari sono diminuiti rispetto al 1990.

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