Molfetta, Torre Calderina torna a splendere dopo decenni di abbandono

Sono terminati i lavori di recupero del monumento, importante  testimonianza del sistema difensivo voluto da Carlo V nel XVI secolo per difendere le nostre coste dalle sanguinarie invasioni dei predoni turchi.

Molfetta, Torre Calderina appena restaurata.

Tra le città di Molfetta e Bisceglie, solitaria su un promontorio sul mare, si eleva una torre di vedetta chiamata “Torre Calderina”, taciturna testimone di quelle che furono per secoli le incursioni e le predazioni subite dalle città costiere da parte di pirati saraceni e turchi stanziati lungo le coste della Dalmazia fino all’Africa del Nord.

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

La costa pugliese, da sempre oggetto di incursioni di pirati e corsari che riducevano in schiavitù molti abitanti, vide a partire dal XV secolo il proiettarsi minaccioso della potenza turca nell’Adriatico.

Nei secc. XV e XVI, aumentarono notevolmente le incursioni dei pirati lungo le coste italiche, specialmente nel Vicereame di Napoli e gli spagnoli progettarono un piano di interventi in grado di controllare, senza soluzione di continuità, tutte le coste del Regno e allertare anche l’entroterra, in caso di attacco.

In Terra di Bari tra l’Ofanto e Monopoli, su uno sviluppo costiero di 150 km, intervallate da città munite di castelli e porti fortificati, furono edificate tra il 1569 e il 1573 sedici torri. Torre Calderina faceva parte di questo complesso sistema di torri di avvistamento del Regno di Napoli, eredità di un piano di fortificazione voluto da Carlo V nel XVI secolo per difendere le coste del Mezzogiorno dalle sanguinarie invasioni dei predoni turchi che arrivavano dal mare. Infatti, dal mare, giungeva il pericolo da scongiurare al grido di “mamma… li turchi”.

Già nel 1532 il viceré Pedro de Toledo prescrisse ad alcune Università di costruire torri di guardia lungo le coste. Ma un piano ordinato per l costruzione di queste torri fu realizzato dal duca d’Alcala de Parafan del 1563. La loro costruzione fu finanziata con una tassa pagata da ogni nucleo familiare delle città costiere e di quelle situate fino a 12 miglia dal mare. La custodia di queste torri fu affidata a soldati spagnoli con il grado di caporale, coadiuvati da uomini a cavallo.

Torre Calderina o Torre del Porto di San Giacomo, posizionata in un luogo strategico in collegamento visivo con Castel del Monte, permetteva la difesa del Porto di San Giacomo, l’approdo medievale di Molfetta. Essa prende il nome dall’architetto che la costruì, Salvatore Calderini. 

Spesso confusa con la Torre della Cera situata sulla SS. 16 Molfetta – Bisceglie e realizzata nel 1770 per conto del nobile Pietro Gadaleta, Torre Calderina sorge invece, in riva al mare a nord della città di Molfetta e fu realizzata nel 1569 con l’intento di avvistare il nemico turco proveniente dal mare in tempo utile per  organizzare la difesa. Nel 1623 Torre Calderina entra nella toponomastica rurale col toponimo “in loco dietro la Torre Nova”. Nel 1628 vi è un’ispezione del “sopracavallaro” sergente Francesco de Guerra, alle torri costiere messe tra le saline di Barletta e Bari. Egli ordina all’Università di Molfetta di effettuare alcune riparazioni alla torre, in particolare alla cisterna d’acqua, per evitare che le sentinelle non si allontanassero dalla torre.

Molfetta, Torre Calderina in prossimità di Cala San Giacomo, antico approdo cittadino, attivo già nel Medioevo.

Nel 1703 G.B. Pacichelli nella sua opera Il Regno di Napoli in prospettiva raffigurava la città e, sulla costa verso Bisceglie, torre Calderina. Tra i rilievi eseguiti nel 1820 dal tenente colonnello Francesco Ferrara, figura anche una pianta della torre Calderina. Da questa risulta che alla torre si accedeva per mezzo di una scala in muratura, distaccata dalla fabbrica, per mezzo di una scala mobile, invece si accedeva al terrazzo, o piano delle caditoie, su questo vi sono due locali, allora usati come corpo di guardia. La torre era priva di artiglieria e custodita da un brigadiere e tre soldati. Nel periodo della prima guerra mondiale intorno alla torre vengono costruite una trincea e una casamatta per la difesa costiera contro la flotta austriaca; nel periodo fra le due guerre mondiali la torre fu abbandonata dalla Guardia di Finanza.

La torre presenta la tipologia tipica delle torri di vedetta vicereali a pianta quadrangolare con struttura tronco-piramidale. Ha tre caditoie per muro e nessuna apertura dal lato mare. Oggi la scala esterna in pietra sostituisce l’antica scala amovibile che permetteva l’accesso al vano abitabile della torre.

I lavori di recupero di Torre Calderina, sono stati realizzati nell’ambito del Piano di cooperazione Interreg Italia-Grecia, finalizzato al restauro, alla ristrutturazione e all’allestimento di architetture e fortificazioni costiere. L’ultimazione dei lavori consentirà l’inserimento di Torre Calderina nel Cammino dei fari e delle torri di avvistamento costiere lungo la costa adriatica.

«La bellezza di Molfetta – ha commentato il Sindaco, Tommaso Minervinisi riconcilia con un pezzo della sua storia e costruisce uno sguardo eterno sul mare e l’orizzonte. Dopo la realizzazione del Parco Baden Powell – ha concluso il Primo cittadino – un’altra grande area naturale che ci riconcilia con la nostra storia».

3,3 / 5
Grazie per aver votato!

Sharing is caring!