Molfetta racconta: storia e ricordi d’infanzia dell’asilo delle “monacelle”

Grande e maestoso, il monastero di San Pietro un tempo ospitava un ordine di suore che gestivano una scuola d’infanzia frequentata da tanti bambini. Da un racconto di Angelo Boccanegra

Molfetta, “Istituto Educativo Assistenziale San Pietro”. A sinistra Suor Ambrogina Spada, a destra Suor Teresa. Foto del 1965. Album di famiglia di Angelo Boccanegra.

In via San Pietro, nel centro storico di Molfetta, accanto all’omonima Chiesa, ancora oggi vi è quello che una volta veniva chiamato l’istituto delle “monacelle”. Quello che oggi è ancora l’ “Istituto Educativo Assistenziale San Pietro”, un tempo era un convento di suore di clausura. Se entrate nella chiesetta e guardate a sinistra dell’altare, dove è collocata la statura di  Maria SS. del Carmelo, opera dello scultore napoletano Giuseppe Verzella, in alto vi è una grata che collega la chiesetta al convento e da cui le monache di clausura potevano assistere alla messa.

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Il Conservatorio delle Orfanelle fu istituito in Molfetta nel 1647 dal Vescovo Mons. Giacinto Petronio, con lo scopo di assistere ed educare cristianamente la fanciulle. Ebbe sede dapprima presso il castello, in locali attigui alla “Chiesa di S. Nicola dell’Ordine di Malta”, e poi nell’ex monastero delle benedettine di S. Pietro.

La chiesetta di S. Nicola sorgeva sull’area identificata dai numeri civici 28-30 di Largo Municipio. L’identificazione di quest’area fu indicata con precisione dal prof. Pasquale Minervini in un articolo pubblicato nel marzo del 1995 dalla rivista “l’altra Molfetta”. Era la chiesa dei «confratri domus Templi sacre militie preceptoris sancti Nicolai in Melficta», i Templari in pratica. Di questa chiesa templare si ha notizia già dal 1063, quando il comes Amicus I, donò alla «ecclesiam S. Nicolai intra muros» diversi beni situati nel territorio di Molfetta.

L’antichissima Chiesa di San Pietro Apostolo risale invece a epoca anteriore al 1174. Situata nella città vecchia, nel 1571, fu riedificata e ampliata con l’edificazione dell’annesso monastero di monache. Subì un primo restauro nel 1731, per riparare i danni subiti dal terremoto del 20 marzo del medesimo anno. Nel periodo 1750-56 fu ricostruita dalle fondamenta con una facciata barocca.

I vescovi di Molfetta ebbero cura diretta dell’istituzione, la quale accrebbe il suo patrimonio grazie a numerosi lasciti e offerte. Dal 1906 la cura delle fanciulle fu affidata alle Suore Ancelle del Santuario, le quali attivarono anche un asilo infantile. In quegli ambienti per tanti anni fu data istruzione ed educazione religiosa e civile a tante fanciulle orfane, che venivano definite “monacelle” o piccole monache per il loro abbigliamento austero simile a quello delle suore.

Molfetta. Asilo delle “Monacelle”. Foto di gruppo scattata nel 1958 all’interno del chiostro del convento. Dall’album di famiglia di Angelo Boccanegra.

Il Conservatorio ottenne il riconoscimento giuridico civile il 7 luglio 1855 e, in conseguenza delle disposizioni legislative in materia di assistenza e beneficenza, si denominò “Opera Pia Orfanotrofio S. Pietro” (inquadrato come Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza) e poi “Istituto Educativo Assistenziale San Pietro”, eretto in ente morale il 5 maggio 1975. La presidenza dell’Istituto spettava sempre al vescovo pro tempore.

Mons. Antonio Bello chiese ed ottenne dal Presidente della Giunta Regionale il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato (12 marzo 1991) e, infine, Mons. Luigi Martella trasformò l’ente in associazione privata di fedeli, canonicamente eretta, con la nuova denominazione “Conservatorio S. Pietro”, conservando i fini di assistenza e di sicurezza sociale della gioventù, in collegamento con la religione cattolica (23 giugno 1993). Il Conservatorio continua ad aver sede nella città vecchia presso l’ex monastero di S. Pietro.

In questo convento, ho frequentato la scuola d’infanzia fino all’età di 6 anni. Era anche preposto, quel convento, oltre che all’aiuto delle fanciulle povere, anche all’aiuto dei bambini rimasti orfani che tanto tempo fa, durante i funerali, accompagnavano il feretro, formando due ali ai lati del carro funebre. Come dicevo, ho frequentato quell’asilo, attivo negli anni 60, e tanti sono ancora i miei ricordi. Come non ricordate la Madre Superiora e Suor Ambrogina Spada (a sinistra nella foto vicino all’altare della chiesetta). La foto in primo piano fu scattata nel 1958, all’interno del chiostro del convento, dove al centro c’era un bellissimo pozzo. Spero che qualcuno guardando questa foto si riconosca.

Come eravamo: i “gemelli diversi”, anno 1960. Dall’album dei ricordi di Angelo Boccanegra
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