Molfetta History: memorie delle due guerre mondiali. Foto e filmati d’epoca

La città di Molfetta ha subito numerosi danni durante i due conflitti mondiali e grande è stato il tributo di vite umane

Molfetta, 28 Luglio 1916. Corteo funebre in onore dei sette molfettesi (tra cui un bambino di dieci anni e una bambina di quattro) vittime dei bombardamenti aerei, avvenuto in città il giorno precedente da parte dell’aviazione austriaca, durante la prima Guerra Mondiale. Sulla sinistra della foto la prima inferriata della villa; sullo sfondo il teatro “La Fenice”.
Agosto 1916 – I caccia-torpedinieri Giuseppe Cesare Abba e Ardente nel Porto di Molfetta.

Assai grande fu il tributo di vite umane che la città di Molfetta subì durante la Prima Guerra Mondiale offrendo alla Patria il sacrificio di 504 soldati di cui 64 appartenenti all’arma della Marina Militare. Tra questi concittadini ricordiamo il Capitano Domenico Picca. Il numero di vittime della Prima Guerra Mondiale tra i molfettesi fu il più elevato in tutta la Regione dopo quello del Comune di Bari. Già dopo alcuni mesi dall’inizio della guerra, la città subì un cannoneggiamento da parte di una unità della marina austriaca e successivamente subì attacchi aerei che provocarono vittime fra la popolazione civile.

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Nel pieno della Prima Guerra Mondiale l’aviazione austriaca bombardò la città più volte con l’obiettivo di radere al suolo le aziende, allora collocate in prossimità del centro abitato. Tre furono i bombardamenti: il 1° giugno 1915, l’11 agosto 1915 e il 27 luglio 1916.

I caccia-torpedinieri Giuseppe Cesare Abba e Ardente nel Porto di Molfetta

L’ultimo bombardamento provocò numerosissimi feriti e sette morti: Amedeo Pappagallo, 10 anni, Antonia Pappagallo, 26 anni, e Angela Maria D’Elia, 50 anni, tutti residenti in via Amedeo; Marta Buzzerio, 50 anni, Antonia Ciannamea, 4 anni, entrambe residenti in via Mario Pagano; Giovanni Sasso, 71 anni, residente in via Rattazzi e Domenico Caporale, 14 anni, residente in Piazza San Michele. Ricordiamo che la bomba fu sganciata tra via Principe Amedeo e via Urbano Rattazzi. Il 28 luglio 1916 si svolse un corteo funebre in onore delle vittime del bombardamento dell’aviazione austriaca. Il Seminario Vescovile fu trasformato, durante la Prima Guerra Mondiale, in ospedale di guerra per accogliere i soldati malati.

Il 3 agosto 1916 il cacciatorpediniere della Regia Marina, Giuseppe Cesare Abba, al comando del Capitano di Fregata Petrelluzzi, salpò insieme al cacciatorpediniere Ardente per supportare un attacco di 9 aerei contro Durazzo, ma durante la navigazione le due navi furono dirottate su Molfetta, attaccate dai cacciatorpediniere Wildfang e Warasdiner, appoggiati dall’incrociatore Aspern e dalle torpediniere TB 80 e TB 85.

Gli inglesi a Molfetta. Foto di Giacomo Ciccolella

Anche durante la Seconda Guerra Mondiale Molfetta pagò il suo tributo di vite umane. Il 6 novembre 1943 un aereo tedesco, scambiata la scuola elementare “Cesare Battisti” per una caserma, sganciò una bomba che fece crollare l’angolo di una palazzina, causando delle vittime.

Molfetta nel 1943 subì due bombardamenti: la prima incursione aerea inglese era stata effettuata il 16 agosto, in via Giacomo Salepico angolo Galleria patrioti molfettesi, mentre la seconda, questa volta tedesca, il 6 novembre dello stesso anno.

Le vittime il 6 novembre furono 6, Amato Angela di 6 anni, Amato Francesco di 4 anni, Amato Margherita di 25 anni, Amato Nicolò di 1 anno, Caputo Cosmo di 35 anni e De Candia Antonio di 2 anni. I corpi di 4 vittime furono trovati il giorno dopo sotto le macerie.

Il solitario caccia tedesco fu attirato dalle luci della palestra dell’istituto scolastico “Cesare Battisti”, dove gli alleati tenevano una serata danzante. Sganciò una bomba che colpì un edificio civile in via Cap. de Gennaro che provocò cinque morti, tra cui tre bambini, e sedici feriti. Quella sera, presso l’Ospedale civile, si cominciarono a curare i primi feriti e si continuarono a riceverli fino alle 12 del giorno successivo. Al Generale di Brigata delle truppe inglesi, K.N. Paxton fu inviata una lettera di ringraziamento dal Comune di Molfetta per l’aiuto prestato alla popolazione dai suoi soldati nella notte del 6 novembre, a cui il generale rispose dicendo di essere sempre disponibile ad aiutare il popolo di Molfetta.

Il funerale delle vittime ebbe luogo alle ore 13 di lunedì 8 novembre, con una grande partecipazione dei cittadini. Vi intervennero anche il comandante del presidio e numerosi ufficiali dell’esercito. La messa fu celebrata dal Vescovo di Molfetta e il corteo percorse le vie principali della città.

Molfetta, bombardamento tedesco del 6 novembre 1943

Si provvide poi alle famiglie rimaste senza alloggio e all’acquisto di indumenti e calzature, specie per i bambini orfani. Ai feriti furono consegnati dei buoni per l’acquisto di pane e minestra. Il Commissario Prefettizio assicurò che sarebbe continuata l’opera di aiuto e assistenza alle vittime dell’incursione aerea. Secondo l’Associazione Eredi della Storia che custodisce la memoria e la tramanda alle nuove generazioni, le attestazioni e le fonti dell’epoca in merito a questo disastro sono esigue, vi è un breve cenno nell’archivio cittadino, a richiesta dell’ufficio della Regia Dogana. Un’altra testimonianza è presente nel libro delle attestazioni comunali registrate fra il giugno del 1943 e marzo del 1945 a firma del commissario prefettizio dott. Francesco Saverio Pansini, dove si parla di due pagamenti in favore di Francesco Paparella per “trasporto funebre salme incursione aerea a seguito bombardamento”.

Un’altra testimonianza, presente negli archivi dell’Associazione Eredi della Storia, è stata rilasciata da Vincenzo Ciccolella che all’epoca giovanissimo, contribuì alla rimozione delle macerie per recuperare i corpi. Cercò di soccorrere il più piccolo che aveva conficcate negli occhi delle schegge di vetro, ma per lui non ci fu nulla da fare. Presso l’ospedale civile i dottori presenti furono Mauro Rana, Michele Tortora, Nicola Maggialetti, Gadaleta e Mario Mastrorilli. Purtroppo nonostante le numerose ricerche, per molti avvenimenti successi in quel periodo non esistono documenti ufficiali, ma l’Associazione possiede i diari inediti di guerra del generale medico Adamo Mastrorilli e di tanti altri soci che hanno vissuto quelle atrocità.

Nei pressi di piazza San Michele è ancora visibile la scritta “Out of bounds”, fuori dal limiti, che vietava ai soldati alleati di avventurarsi per le strade perché pericolose situate nella zona di rione Catecombe e Crocifisso. Lì erano difatti avvenute numerose rapine e aggressioni a danno dei militari anglo-americani che si addentravano in quelle zone per recarsi nelle case di tolleranza allora presenti.

Durante il secondo conflitto mondiale, il mare di Molfetta, fu trasformato in una grande “discarica” di ordigni bellici, ad opera degli angloamericani. Si conta che nella sola costa molfettese, soprattutto proseguendo verso Torre Gavetone, ci siano ancora circa 10 mila ordigni militari letali, proibiti dalle convenzioni internazionali (contenenti arsenico). Ricordiamo anche che il 2 dicembre 1943, i nazisti bombardarono 17 navi alleate, nel porto di Bari, causando molti morti e il più grande disastro chimico della seconda guerra mondiale (la nube tossica si estese a tutte le città limitrofe, inquinando anche le acque).

I caccia-torpedinieri Giuseppe Cesare Abba e Ardente nel Porto di Molfetta
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