Molfetta culti, riti e tradizioni: il taglio della “frasca” di “Cristo all’orto”

Un rituale particolare, preludio dei riti della Settimana Santa molfettese, che si svolge prima dell’inizio del periodo quaresimale. Foto di Maria Cappelluti

Molfetta, simulacro di Gesù Cristo Orante nel Getsemani. Ph. Maria Cappelluti

A Molfetta, il Venerdì Santo, alle tre del mattino, dinanzi alla Chiesa di Santo Stefano, si ammassa il popolo sempre più numeroso, mano a mano che i minuti trascorrono, per assistere all’uscita dei simulacri lignei dei Cinque Misteri. Ad uscire per prima, dalla Chiesa, è la statua di Gesù Cristo Orante nel Getsemani, dai molfettesi meglio conosciuta come “Cristo all’Orto” (in vernacolo:Crìste all’ùerte”). Su questo bellissimo simulacro s’innalza una grande fronda di ulivo ricca di olive attraverso la quale si intravede un angelo con il calice fra le mani.

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

“Padre allontana da me questo calice, ma non la mia ma la tua volontà sia fatta”. Con questa invocazione, a Molfetta, prende avvio la Passione di Cristo che oramai prossimo alle ore funeste del suo patire, dopo essersi fermato a pregare nell’orto degli ulivi, rivolge al Padre una richiesta “umana”, segno tangibile della sofferenza che avrebbe subito per la redenzione dell’umanità.

A colpire da subito il popolo assiepato per assistere all’uscita della suggestiva processione notturna dei Cinque Misteri è, anche, quella bellissima frasca ricca di olive, innestata ogni anno con sapienza antica su un cippo e l’impressione di tutti è quella di vedere in processione un vero albero d’ulivo con i suoi frutti. A fine processione, durante il Venerdì Santo, quella frasca verrà divisa tra i confratelli.

La processione dei “Cinque Misteri”, che idealmente accompagna i molfettesi dal Giovedì al Venerdì Santo, è un rito che si ripete ogni anno nel pieno rispetto della tradizione, ma in grado di suggestionare molto, soprattutto nel suo momento clou: l’uscita notturna della processione dalla chiesetta di Santo Stefano, nel pieno dell’oscurità notturna rotta solo dai tenui bagliori dei ceri accesi dei confratelli. I riti della Settimana Santa molfettese iniziano proprio con il taglio della “frasca” di Cristo all’Orto e, incredibilmente, prima dell’inizio del periodo quaresimale, quando manca ancora qualche giorno alla fine del Carnevale.

Nell’ultima domenica di carnevale, ossia tre giorni prima del Mercoledì delle Ceneri e cinque prima del primo Venerdì di Quaresima in cui nella Chiesa di S. Stefano viene ricordata, con una solenne celebrazione religiosa, l’Orazione di Gesù nell’Orto del Getsemani, esponendo la relativa statua alla venerazione dei fedeli, nell’agro di Molfetta inizia il primo evento della Quaresima molfettese. Al mattino, alcuni eminenti confratelli della Confraternita di Maria SS. Assunta in Cielo a cui, nella processione dei Misteri del Venerdì Santo, è affidata la statua di Cristo all’Orto, attorniati da alcuni curiosi e appassionati, si recano nelle campagne del territorio molfettese per il tradizionale taglio dei rami di ulivo che adorneranno la relativa statua. Con il tradizionale taglio della grande frasca di ulivo si entra già nel vivo del clima quaresimale.

Molfetta, processione dei Cinque Misteri. Ph. Maria Cappelluti

Dopo aver prelevato il ramo di ulivo, quello più bello e coreografico, i confratelli si recano poi presso la Chiesa di Santo Stefano che custodisce le statue dei Ministeri e tolgono dalla nicchia, situata a sinistra dell’altare, la statua di Gesù all’Orto. A conclusione della messa domenicale, issano sulla base il Cristo e sistemano l’albero di ulivo e l’angelo con il calice. È un grande onore e privilegio per i confratelli partecipare a questo rito che consiste nel posizionare la statua del Cristo che prega nell’orto del Getsemani, completa di tutto, a cui sarà dedicata la funzione del primo Venerdì di Quaresima presso la Chiesa di Santo Stefano.

Successivamente, durante i primi quattro Venerdì di Quaresima, l’Arciconfraternita di S. Stefano espone, uno alla volta, i simulacri dei primi quattro Misteri dolorosi. Il primo Venerdì di Quaresima: “Cristo all’Orto”. Il secondo Venerdì: “Cristo alla colonna”. Il terzo Venerdì: “Cristo alla canna” e il quarto Venerdì di Quaresima: “Il Calvario”. Il quinto Venerdì coincide col Venerdì Santo.

Alla Confraternita, storicamente composta non a caso in prevalenza da agricoltori, è affidato da sempre il compito di fornire all’Arciconfraternita di S. Stefano, organizzatrice della processione, i rami di ulivo con cui adornare l’alberello sotto il quale il Cristo, genuflesso in preghiera, viene portato in processione. L’insieme di questi rami viene definito come “la frasca” di Cristo all’Orto.

La scelta della “frasca” da tagliare, nell’ultima domenica di Carnevale, non è casuale. Nel periodo della raccolta delle olive vengono individuati i rami che dovranno essere curati e preservati durante tutto il periodo tra ottobre e febbraio-marzo, comunque fino al Venerdì Santo, in maniera da consentire di poter portare in processione una “frasca” ancora carica di olive. In realtà saranno tre le frasche appositamente scelte e curate già da novembre dell’anno precedente. Una verrà utilizzata per l’intronizzazione del Cristo, il primo Venerdì di Quaresima, una il Giovedì Santo e una, la più bella, per la processione del Venerdì Santo.

Particolare del volto di Cristo Orante nel Getsemani intravisto oltre “la frsca” con le alive. Ph. Maria Cappelluti
/ 5
Grazie per aver votato!

Sharing is caring!