I Socialisti di Molfetta ricordano lo Statista e leader Socialista Bettino Craxi

Sono 24 gli anni che ci separano dalla scomparsa di Bettino Craxi. Morto a 65 anni, quasi 66, quest’anno tra un mese, il 24 febbraio, avrebbe compiuto 90 anni. I Socialisti di Molfetta ricordano il leader del Socialismo Europeo e Internazionale con immutato affetto e riconoscenza.

Bettino Craxi, grande Statista che fece grande l’Italia all’estero e che fece conoscere al nostro Paese una grande crescita economica negli anni ’80.

Il 19 gennaio 2000 l’ultimo grande statista italiano e l’ultimo socialista europeo, ci lasciò per sempre. Anche quest’anno si prevedono numerose presenze per l’omaggio alla tomba di Bettino Craxi, ad Hammamet, ai piedi della Medina, affacciata sul mare e rivolta all’Italia con sopra la scritta, voluta dall’ex premier, “La mia libertà equivale alla mia vita”.

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Fu senza dubbio uno degli uomini politici più influenti nella storia della Repubblica italiana. Era in forte sintonia con i leader della sinistra europea. Durante il suo mandato si impegnò per l’affermazione del cosiddetto “socialismo mediterraneo” (e non solo). La Fondazione Craxi da oggi, anniversario della scomparsa, al 21 gennaio, ricorderà l’ex premier e leader socialista in Tunisia, mettendo al centro il suo pensiero sull’Europa “in un anno che si annuncia fondamentale per il Vecchio Continente”. La Fondazione in una nota sottolinea “l’approccio lungimirante che hanno nutrito la visione politica di Bettino Craxi, sia nel corso del suo impegno istituzionale, sia negli anni dell’esilio tunisino”.

Domani, alle 12, cerimonia commemorativa al cimitero cristiano di Hammamet, poi alla Galleria “In Art” della Medina verrà inaugurata la mostra fotografica “Craxi e l’Europa” che ripercorre, attraverso immagini custodite nell’archivio dell’istituto, i momenti salienti, i vertici, gli incontri tenuti dal leader socialista nelle varie stagioni che hanno accompagnato la sua azione per la costruzione comunitaria. Verrà proiettato il cortometraggio “Europa, Europa”.

I Socialisti di Molfetta lo ricordano con immutato affetto e riconoscenza per la sua politica che aveva uno sguardo lungimirante. Dentro di sé aveva il futuro. Aveva compreso perfettamente quello che sarebbe accaduto in Europa e nel Mediterraneo se non si fosse intrapresa una politica diversa da quella che, invece, ha prodotto i disastri a cui in questi anni noi tutti stiamo assistendo. A distanza oramai di parecchi anni dalla sua scomparsa, molti dei sui critici, stanno rivalutando molte delle sue idee politiche.

Come ha spiegato Stefania Craxi, figlia dello statista socialista, senatrice di Forza Italia, presidente della commissione Esteri e Difesa, all’agenzia “9Colonne”: «Craxi non solo fu il primo presidente del Consiglio italiano a dare avvio a quel processo d’integrazione europea con l’ Atto unico europeo che si concluse a Milano nel 1985, ma – ha ricordato Stefania – Craxi fu anche il primo a intuire le sfide epocali che si sarebbe trovata davanti l’Europa. Un’Europa che voleva coesa, solidale, aperta al mondo. Capace di parlare con una voce sola in politica estera e di difesa e capace così di essere attore politico indispensabile e autorevole sullo scenario internazionale».

La Craxi ha sottolineato che lo statista socialista «intuì anche per primo quanto fossero importanti le politiche euromediterranee». Ha inoltre ricordato che: «Craxi molto si spese perché nel quadrante Mediterraneo ci fosse pace, sviluppo e condivisione: capì quanto fosse importante tutto ciò per il futuro dell’Europa, per gli equilibri mondiali. Capì quale poteva essere il ruolo dell’Italia nel quadrante mediterraneo». «Craxi è stato spesso una Cassandra inascoltata – ha osservato Stefania – ma il suo pensiero rimane di una straordinaria attualità, tant’è che più passano gli anni più non si affievolisce il ricordo ma al contrario sempre di più attrae le giovani generazioni».

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