Ricordi di un tempo fatto di cose semplici e genuine, quando si faceva colazione con un semplice uovo fresco della nonna, gustato al naturale. Da un racconto di Angelo Boccanegra
Una volta, appena svegli, in cucina c’era già la nonna o la mamma che ti aspettava con l’uovo fresco già pronto per essere gustato. “Dai figlio che devi crescere” dicevano, soprattutto le nonne, in vernacolo ovviamente. Era l’uovo “buco sopra e buco sotto”. Infatti, l’uovo era bucato alle stremità per consentirci di berlo così, al naturale, direttamente dall’uovo stesso.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!L’uovo doveva essere rigorosamente fresco, di giornata e il più delle volte era ancora caldo, perché appena deposto dalla gallina di famiglia. Spesso, infatti, proveniva direttamente dalla gallina che la nonna cresceva in casa, nell’atrio. In passato, chi aveva la possibilità, produceva in proprio qualche uovo fresco di giornata grazie a qualche gallina allevata nell’atrio di casa.
Tanti erano i molfettesi che una volta abitavano in bassi che oltre ad avere l’accesso principale sulla strada, avevano anche un piccolo spazio all’aperto, verso l’interno dei vecchi palazzi, al quale si accedeva dall’ultima stanza della “casa a piano terreno” che solitamente era la camera da letto.
Genuinità di una volta, quando le “auto-produzioni” esistevano davvero, e quasi tutto era a “chilometro zero” ma non solo, spesso a qualche metro di distanza dalla cucina della nonna.