Ricordi da custodire: lo zabaione della nonna

Non puoi dire di aver avuto un’infanzia senza aver mangiato a colazione l’uovo sbattuto. Da un racconto di Angelo Boccanegra

Di nonna in nonna, quella crema dal carattere contadino, sembra abbia avuto un compito più ampio del semplice ricostituente. Ha creato bei ricordi e magiche suggestioni.

Una volta, appena svegli, in cucina c’era già la mamma o la nonna che ti aspettava con l’uovo fresco già pronto per essere gustato.

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Dai figlio che devi crescere” era la frase che accompagnava questo rito mattutino. Lo diceva soprattutto mia nonna, in vernacolo ovviamente, quando iniziava a sbattere a mano l’uovo con lo zucchero fino a quando non otteneva una spuma morbida e di colore intenso.

Che buono quel zabaione con l’uovo fresco, di giornata, anzi, di quella stessa mattina. Lo zabaione mattutino era però una peculiarità di tutte le nonne di un po’ di tempo fa. E quel “dai figlio devi crescere” ha accompagnato l’infanzia di tanti come me.

Chi non se lo ricorda l’uovo sbattuto con lo zucchero dalla nonna. Per rendermelo più appetibile la mia ci metteva anche un po’ di caffè.

Le mamme e le nonne del passato sbattevano veloce veloce il tuorlo fino a sciogliere completamente lo zucchero. Era la magia del rosso che diventava sotto i nostri occhi quasi bianco. Lo zabaione è una di quelle ricette della memoria fatta di semplicità e meraviglia, fatte di nonne che – senza fruste elettriche e senza la parte alcolica – trasformavano in soffici spume le uova e lo zucchero sotto lo sguardo stupito di noi piccoli componenti della famiglia.

L’uovo doveva essere rigorosamente fresco, di giornata e il più delle volte era ancora caldo, perché appena deposto dalla gallina di famiglia. Spesso, infatti, proveniva direttamente dalla gallina che la nonna cresceva in casa, nell’atrio. In passato, chi aveva la possibilità, produceva in proprio qualche uovo fresco di giornata grazie a qualche gallina allevata nell’atrio di casa.

Tanti erano i molfettesi che una volta abitavano in bassi che oltre ad avere l’accesso principale sulla strada, avevano anche un piccolo spazio all’aperto, verso l’interno dei vecchi palazzi, al quale si accedeva dall’ultima stanza, solitamente la camera da letto, della “casa a piano terreno”.

Genuinità allo stato puro, quella autentica di una volta, quando le “auto-produzioni” esistevano davvero, e quasi tutto era a “chilometro zero” ma non solo, spesso a qualche metro di distanza dalla cucina della nonna.

Lo zabaione significa ricordi d’infanzia custoditi gelosamente, un dolce goloso e realizzato al momento che sfiora le emozioni più belle.

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