Molfetta, primi scossoni nella coalizione di Tommaso Minervini

“Molfetta che Vogliamo” non le manda a dire al Sindaco in un comunicato al fulmicotone: esce dalla maggioranza e annuncia di voler intraprendere “un nuovo percorso politico”, non condividendo più “la strada intrapresa dall’attuale amministrazione”. Ma nel comunicato c’è dell’altro, molto altro …

La Torre di Babele è il soggetto di tre dipinti di Pieter Bruegel il Vecchio. Il primo era una miniatura su avorio dipinta durante un soggiorno a Roma, oggi perduta; gli altri due sono dipinti a olio su tavola. Il primo e più celebre è la ”Grande Torre” (114×155 cm) è firmato e datato (“BRVEGEL FE. M.CCCCC.LXIII”) e custodito al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Il secondo è la ”Piccola Torre” (60×74,5 cm), databile approssimativamente pure al 1563 circa e conservato nel Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam.

Fratture all’interno della coalizione che a stento è riuscita a vincere al ballottaggio le ultime elezioni comunali, consegnando la città, per la terza volta, all’attuale Sindaco, Tommaso Minervini. Nessuna sorpresa. Non è affatto una novità. In molti avevano già sentore, di questa, annunciata attraverso un comunicato stampa diramato dai media locali, come di altre fratture già in essere da tempo, ma ancora non del tutto ufficializzate (sembra infatti che anche “Molfetta Popolare”, guidata da Pino e Robert Amato, sia in rottura con il Sindaco).

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L’annuncio della fuoriuscita dalla maggioranza di “Molfetta che Vogliamo”, gruppo politico guidato da Leonardo Siragusa, fa seguito all’adesione dei propri rappresentanti (oramai ex) al gruppone politico di “Insieme per la città”. Nessuno si meravigli quindi. Sembra quasi un atto conseguente. “Molfetta che Vogliamo”, forza politica che ha fortemente sostenuto il sindaco Tommaso Minervini alle ultime elezioni, dopo aver subito la spoliazione dei propri rappresentanti in consiglio comunale e in giunta non poteva fare altro di diverso da quello che ha fatto.

Tutto qua? Affatto. C’è dell’altro, molto altro. “Poiché il gruppo “Molfetta che vogliamo” – si legge nel comunicato diramato – non ha mai fatto questioni di incarichi e di poltrone, annuncia che il consigliere di amministrazione della “Molfetta Multiservizi”, Leonardo Siragusa, rassegnerà le proprie dimissioni nel prossimo CDA”. E non è ancora tutto a tal proposito. “In quella sede – si legge ancora nel comunicato – le dimissioni saranno formalizzate e motivate, rendendo noti i motivi di dissenso che si sono verificati e già noti al socio unico”. Si “libera” una poltrona in buona sostanza. Una bella notizia, insomma, per i “poltronisti” (aspiranti vari alla poltrona), numerosissimi nella maggioranza che sostiene il Sindaco “tout faire“, ancora in carica.

Tutto qua? Affatto. C’è dell’altro, molto altro ancora nel comunicato. “Roba tosta” verrebbe da dire, se fosse tutto vero. Non spetta però a noi stabilirlo. Nel comunicato si chiede all’amministrazione di “fornire chiarimenti sulla trasparenza e linearità delle procedure seguite nell’aggiudicazione del citato – nel comunicato, s’intende – appalto e alle minoranze di vigilare attentamente esercitando i poteri di accesso agli atti al fine di verificare che realmente sia stato perseguito l’interesse pubblico”. Si fa riferimento, nel comunicato, per “farla breve”,  ad una aggiudicazione milionaria e si palesano dei “dubia” sulle procedure seguite e sul reale perseguimento, da parte di un fantomatico “nascente gruppo politico” (l’ennesimo) degli interessi della città.

Il vero problema, però è un altro. Non è certo quello del velo che viene squarciato, dopo una palese rottura politica, su fatti politici e amministrativi. Sappiamo quel che accade quando si verificano delle fratture tra forze politiche di una stessa coalizione: volano gli stracci attraverso comunicati al vetriolo. Ma qual è il vero problema? Quando si parla di proliferazione di liste, gruppi e sottogruppi (d’interesse soprattutto), di appalti di questa amministrazione sui quali si palesano “dubia”, nessuno oramai si meraviglia più e da tempo. Questo è il vero problema: l’indifferenza rispetto a questo tipo di problematiche che ha contagiato oramai non solo gran parte dei cittadini, ma anche buona parte dell’opposizione politica e civica! Questa specie di rassegnazione, va certamente contrastata, per davvero nell’interesse della città che oggi più che mai merita ben altro.

Alternative vere alla coalizione che attualmente sostiene il Sindaco e la sua Giunta non se ne vedono ancora all’orizzonte benché il gruppo “Molfetta che vogliamo” annuncia la volontà di intraprendere “un nuovo percorso politico – si legge sempre nel comunicato -, non intendendo condividere la strada intrapresa dall’attuale amministrazione con a capo il sindaco Tommaso Minervini, che certamente non lascerà un buon ricordo alla città”. 

La parola “percorso” evoca alla mente quel progetto politico che portò ad una radicale svolta politica nell’oramai lontano 1994. Forse sarebbe utile, per la città, che si intraprenda un “Nuovo Percorso” che coinvolga le forze politiche sane dell’ opposizione, la società civile, le associazioni che non si riconoscono oggi o non si sono mai riconosciute, nel progetto politico dell’attuale Sindaco, ammesso e non concesso che si possa parlare di progetto politico, e non di mera occupazione del potere, accaparramento di poltrone ecc. ecc. da parte di una coalizione che oggi più che mai si palesa come un mega assemblaggio di famelici gruppi di interesse.

Diciamolo però! “La strada” è stata “intrapresa” nel 2017, non qualche mese fa. Lo diciamo solo perché nel comunicato non è scritto quando “la strada” è stata realmente “intrapresa”. Per tutto il resto , ovviamente, su questa ennesima vicenda politica e forse, non solo politica, ma non spetta a noi stabilirlo, ai posteri l’ardua sentenza.

Questo Sindaco non ha più la maggioranza elettorale. Ha ancora quella consiliare, non sappiamo però fino a quando. Non sono pochi gli opinion maker pronti a scommettere sul fatto che l’attuale Sindaco concluderà il suo mandato anticipatamente rispetto alla scadenza naturale per svariate ragioni, forse non solo di ordine politico.

Se questa è la prospettiva, occorre che si inizi per davvero un “Nuovo Percorso” a cui, lo anticipiamo subito, “daremo forza” anche noi, con i nostri “modesti mezzi”.

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