Molfetta, presentazione del libro: “Il naturalista Giuseppe Saverio Poli”

La presentazione si terrà sabato 11 dicembre, a partire dalle 18, nell’Aula Consiliare

Molfetta, 11 Dicembre ore 18.00, Comune di Molfetta, sala Consiliare, Palazzo Giovene.
Presentazione del libro “Giuseppe Saverio Poli. Il Naturalista” (G. Mongelli-D. Facchini)

Sarà presentato alla stampa, al mondo della cultura, alla città tutta il libro, “Il naturalista Giuseppe Saverio Poli” (La Nuova Mezzina), scritto dal professor Gaetano Mongelli, apprezzato storico dell’arte, scrittore, docente presso l’Università degli Studi di Bari, e dal giovane Davide Facchini. La presentazione si terrà sabato 11 dicembre, a partire dalle 18, nell’Aula Consiliare. Interverranno il Sindaco, Tommaso Minervini, e Giuseppe Saverio Poli jr, discendente dell’illustre uomo di scienza. La presentazione sarà affidata a Francesco Picca, storico dell’Arte, funzionario tecnico delle attività museali nella Pinacoteca De Nittis e il Museo Civico di Barletta. Saranno presenti gli autori.

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Il Libro, commissionato da Giuseppe Saverio Poli jr, guarda sia agli aspetti biografici di Poli, i cui tratti salienti vengono abilmente ripercorsi e raccontati, con uno stile fluido da Facchini, a cui si deve riconoscere una straordinaria capacità di sintesi trattandosi di uno scienziato, il Poli, complesso, di rara sensibilità, poliedrico; sia alla “statuaria” molfettese, da Giulio Cozzoli a Mauro Mezzina, autore della stele monumentale, collocata su Banchina San Domenico, di fronte alla casa Museo Poli, svelata il 23 luglio scorso, nel corso di una cerimonia pubblica, ripercorsa mirabilmente da Mongelli.

La manifestazione in programma sabato 11 dicembre rappresenta la seconda tappa di un ciclo di iniziative, promosse dalla Società di cultura europea “Caracciolo”, che si concluderà la prossima primavera.

Giuseppe Saverio Poli nacque a Molfetta il 24 ottobre 1746 da Vitangelo e da Eleonora Corleo. Di nobile famiglia molfettese, si laureò in medicina presso l’università di Padova. A Napoli, prima occupò la carica di insegnante di storia e geografia nell’Accademia Militare, ed in seguito, per per la chiara fama conquistata, per la sua probità, per la sua indole, fu prescelto dal Re Ferdinando di Borbone quale istitutore per il Principe ereditario Francesco I di Borbone. Diresse l’Accademia Militare di Napoli, la Scuola dei Pazzi ed il gabinetto di Mineralogia e fu presidente del Reale istituto d’incoraggiamento delle scienze Naturali di Napoli. Componente della Reale Società di Londra, quale socio corrispondente appartenne alla reale Società Borbonica, all’Istituto di Bologna, all’Accademia di Torino e di Filadelfia. Decorato dell’ordine di San Giorgio della Riunione, dell’ordine al Merito, dell’Ordine di San Ferdinando, scrisse numerose opere nel campo della scienza, botanica e letteratura.

Molfetta, Palazzo Poli. Dipinto di Giuseppe Saverio Poli

Scrisse nel 1772 le sue osservazioni sul tuono e sulla folgore raccolte nella pubblicazione intitolata “La formazione del tuono, della folgore, e di varie altre meteore, spiegata giusta le idee del Signor Franklin”. Nel 1784 scrisse delle memorie, poi pubblicate quattro anni dopo, concernenti l’elettricità, il magnetismo e le sue applicazioni mediche. Nel 1787 scrisse gli Elementi della Fisica Sperimentale” che per il rigore scientifico e la valenza didattica, fu adottato in collegi, licei, università d’Italia e fu studiato da scienziati non solo italiani ma di altri paesi europei tanto che, dopo varie ristampe, nel 1822, a pochi anni dalla sua morte, egli fu costretto a dare alle stampe una nuova edizione in cinque volumi arricchita delle nuove scoperte e delle nuove teorie.

Scrisse inoltre sul galvanismo e sul Vesuvio, ma l’opera che l’impegnò maggiormente e che lo rese celebre in tutta Europa fu Testacea utriusque Siciliae, eorumque historia et anatome tabulis aeneis” illustrata, stampata a Padova in due volumi, uno nel 1791 e l’altro nel 1795 con 39 tavole miniate ed altrettante di contorni, oltre alle eleganti vignette e ai finali. Un’opera pregevolissima per la numerosità e per la scelta delle conchiglie, per l’accuratezza delle descrizioni delle caratteristiche e delle proprietà di ciascuna, per la proprietà delle disquisizioni scientifiche ma anche per la finezza delle incisioni, per la proprietà dei colori, per l’eleganza delle stampe. Il Poli diede inizio alle ricerche sui testacei delle Due Sicilie spinto da alcune considerazioni di due celebri naturalisti del tempo, Pallas e Borne, che avevano tacciato di ignoranza e di pigrizia gli abitanti delle coste dell’Adriatico e del Mediterraneo per non essere mai riusciti a dare un fattivo contributo alla conoscenza della fauna marina di quei mari. Incominciò, quindi, a visitare i più accreditati musei d’Europa dove erano conservati animali marini, per esaminare le varie specie viventi nei loro siti nativi, ad individuarne proprietà, strutture, fisiologie, consultando pescatori e marinai.

Ritratto colorato a mano di G.S. Poli dal terzo volume di “Testacea utriusque Siciliae”.

Intanto nei suoi viaggi in Inghilterra, in Olanda, in Francia e in altri paesi raccolse testacei di tutti i mari che insieme ad una stupenda collezione di conchiglie del Regno di Napoli e di Sicilia, costituirono un museo degno dell’ammirazione dei naturalisti. Quando, nonostante la vegliarda età, si accinse ad ampliare la sua opera più importante, si ammalò gravemente e raccomandò al chiarissimo professore Stefano Delle Chiaie di curare i materiali di studio già raccolti ed elaborati per essere pubblicati.

Il Re Francesco di Borbone, nel frattempo asceso al trono delle due Sicilie, diede a Giuseppe Saverio Poli, benemerito precettore e virtuoso amico, una testimonianza del suo affetto conferendogli, in aggiunta al titolo di Cavaliere dell’Ordine Reale di San Giorgio l’onore di Commendatore dell’Ordine di San Ferdinando. Tale affetto nei suoi confronti lo riconfermò recandosi al suo capezzale poco prima della sua morte avvenuta in Napoli il 7 aprile 1825.

Così concluse, l’abate Serafino Gatti (socio dell’Accademia Reale Ercolanense, del Regio Istituto d’Incoraggiamento, dell’Accademia Pontaniana dell’Archeologica e della Tiberina di Roma) la cerimonia commemorativa del vecchio comandante svoltasi nella Chiesa della Nunziatella nel maggio 1825, rivolgendosi ai giovani cadetti: “Tal fu Giuseppe Saverio Poli: dotto e sapiente di nobil fama, saggio e virtuoso scienziato. Possa intanto, eccitata da sì illustre esempio, accendersi di bella emulazione la gioventù, e tentare animosa il sentiero istesso ch’egli percorse. Vegga pure questa classica terra sorger non tardi dal fecondo suo seno ingegni felici che ne ritraggono in se medesimi al bene ed all’onor della patria la viva immagine. Ed apprenda ogni dotto, che la religione e la virtù sono la vita e l’ornamento de’costumi non meno che delle scienze”.

Nella sua opera “Elogi” (volume 1°, Napoli 1832), il Gatti scrisse: “… in Poli videsi il raro esempio di una alleanza felice tra le più belle ed esimie virtù e il saper più squisito ed eletto … Molfetta, ove nacque il nostro Poli, giunse a più alto grado di celebrità per la gloria riflessa in lei dal merito insigne del nostro filosofo … Possa intanto, eccitata da sì illustre esempio, accendersi di bella emulazione la gioventù e tentare animosa il sentiero istesso ch’egli percorse…”. 

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