Molfetta Discute: “In vestimentis non est sapientia mentis”

“La saggezza della mente non risiede negli abiti”. E’ La versione latina corrispondente al noto proverbio italiano: “l’abito non fa il monaco”. Ma che significa? E perché questo detto ci torna spesso in mente?

Idoletto neolitico scoperto all’interno del Pulo di Molfetta.

L’abito non fa il monaco è un noto proverbio italiano che nonostante i tempi viene utilizzato comunemente e anche con varianti più moderne e attinenti al contesto; quante volte lo avete sentito dire? Ma cosa significa esattamente avere o non avere l’abito del monaco e poi indossarlo ma senza esserlo? La versione latina corrispondente a questo proverbio è “In vestimentis non est sapientia mentis“, che tradotto letteralmente significa la saggezza della mente non risiede negli abiti, anche se è d’uso anche riportare la locuzione latina “Habitus non facit monachum” da cui proviene l’adattamento italiano. La versione inglese più simile è “The gown does not make the friar” che letteralmente si traduce in “la tonaca non fa il frate”.

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L’origine del detto comunque si perde in tempi lontani; varie sono le ipotesi. È possibile che abbia tratto ispirazione dall’antico detto latino “Cucullus non facit monachum” ovvero “Il cappuccio non fa il monaco“. Si deve considerare che in epoca medievale, molti viaggiatori erano monaci che ricevevano accoglienza ed erano molto rispettati in virtù dell’abito che indossavano; ciò suggerì però anche a molti malfattori di utilizzare l’abito monacale per trarre in inganno le loro vittime. Lo stesso significato del detto è attribuibile a un ammonimento di Sant’Anselmo (XI secolo) che recita: “Non tonsura facit monachum… sed virtus animi” che significa “Non è la tonsura a fare il monaco… ma la virtù dell’animo”. Questo proverbio sta a significare che l’apparenza molte volte non corrisponde alla realtà; perciò bisogna essere cauti nel giudicare gli altri.

Un altro popolare proverbio molto correlato a questo dice “l’apparenza inganna”, pertanto non bisogna mai fermarsi solo alle apparenze sia che suscitano sensazione positive sia negative, bisogna sempre guardare più a fondo una persona per essere certi di conoscerla davvero. Sebbene sia sbagliato giudicare gli altri, sarebbe più corretto giudicarla in base alle sue azioni che in base all’aspetto esteriore.

Idoletto neolitico rinvenuto durante i lavori di rifunzionalizzazione della Pulo, dolina carsica alla periferia della città di Molfetta.

Il detto è citato anche ne I promessi sposi (il Conte zio, rivolgendosi al Padre provinciale che aveva difeso Fra Cristoforo e “la gloria dell’abito”, capace di far sì “che un uomo, il quale al secolo ha potuto far dir di sé, con questo indosso diventi un altro”, risponde: “Vorrei crederlo; ma alle volte, come dice il proverbio… l’abito non fa il monaco). Nel caso specifico dell’abito da monaco, non basta indossarlo per essere considerati monaci.

Lo stesso discorso si può applicare anche per un vestito elegante e costoso, infatti non basta indossarlo per essere considerati persone di un elevato ceto sociale perché il modo di fare, il comportamento e l’esperienza in generale continuano ad essere quelli di sempre.

Altro esempio: non basta nemmeno indossare un camice e uno stetofonendoscopio per diventare medici, bisogna eseguire un certo percorso di studio e formativo. Un proverbio simile è “la barba non fa il filosofo“, ma in questo caso è attribuibile a Plutarco, scrittore e filosofo greco.

Questo proverbio viene usato quando una persona appare vestita in modo diverso dal solito, per ricordargli che non basta cambiarsi gli abiti per cambiare se stessi (con tono ironico). Viene anche usato con toni provocatori proprio come ha fatto il Manzoni, sostenendo che non basta vestirsi bene per diventare una persona perbene.

Liberamente tratto da Scuolissima.

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