Molfetta, l’uscita dell’Addolorata raccontata da Gerardo de Marco

Secondo la tradizione, la processione dell’Addolorata vuole ricordare il vagare della Madonna, in pena, alla ricerca del Figlio catturato e condannato a morte. Foto di Maria Cappelluti. Video del 1979

L’Addolorata “semplicemente perfetta e meravigliosa”. Grande l’artista che ha reso immortale il dolore di quella Madre. Ph. Maria Cappelluti

Cosi Gerardo De Marco raccontava questa processione nel suo libro “Dalle Ceneri alla Settimana Santa” (2^Edizione del 1987): «Alle ore 17 precise, come vuole la tradizione, compare sulla soglia della chiesa la statua dell’Addolorata e contemporaneamente si diffondono le dolci note della marcia funebre “Lo Sventurato” del maestro Vincenzo Valente. Il simulacro della Madonna gira per i vari rioni indugiando lungo le vie della città dove non sono rare le scene di malcelata commozione da parte del popolo. La ritirata si aggira sempre intorno alla mezzanotte, specie se le condizioni atmosferiche sono serene e il cielo più palpitante di stelle. E’ il momento finale di questa processione, densa di devozione, mentre il cuore e l’animo dei presenti, pervasi dai ricordi e dalle accorate note dello “Stabat Mater” rossiniano, si aprono all’ormai sopraggiunta Settimana Santa col suo profondo significato di fede. E’ l’attimo in cui la statua della Madonna viene nuovamente inghiottita dal buio della chiesa donde era uscita…»

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Un primo piano incredibile, il genio di un artista che ha saputo modellare il dolore immortale di una Madre per la perdita del proprio Figlio… Molfetta, Maria SS. Addolorata, in processione ogni anno nel Venerdì di Passione che precede la Domenica delle Palme. Ph. Maria Cappelluti.
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