La storia millenaria della Sacra Icona dei Crociati venerata dai molfettesi

La Madonna dei Martiri: fra storia, fede e tradizione. Dall’arrivo dell’icona nel 1188 alla proclamazione a Patrona della città

L’Icona dei Crociati. Molfetta, Basilica della Madonna dei Martiri. Ph. Maria Cappelluti

La Puglia in epoca crociata ebbe un ruolo di notevole importanza. I suoi porti permettevano l’imbarco per la Terrasanta di pellegrini e cavalieri, era l’avamposto degli ordini monastico-cavallereschi che avevano diversi insediamenti in Puglia, spesso abbinati a masserie che producevano frumento e legumi, derrate alimentari inviate ai crociati, specie nei momenti di difficoltà.

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Nel 1095 il normanno Ruggiero, secondogenito di Roberto il Guiscardo, fece costruire a Molfetta due ospedali, di cui uno solo è giunto in parte ai nostri giorni. Funzione principale dell’ospedale era quella di accogliere i pellegrini che si recavano presso i santuari della Puglia (S. Michele Arcangelo e S. Nicola di Bari e poi imbarcarsi per raggiungere la Terra Santa) per ricevere indulgenze.

L’Ospedale sorgeva accanto ad una piccola chiesa che ne assicurava l’assistenza spirituale. A sua volta, essa diventò meta di pellegrinaggi, poiché con la venerazione delle reliquie dei pellegrini martiri di Cristo, evocava una condizione di vita dei cristiani, assunta a modello di santità.

Il culto verso la Madonna risale invece al XII sec. quando a Molfetta, crocevia di importanti traffici marittimi e di pellegrini diretti verso la Terra Santa, giunse presso l’antico porto, l’icona della Vergine. Si narra infatti che dai luoghi santi fu portato dai crociati, costretti ad abbandonare la Palestina il 2 ottobre 1188, dopo la sconfitta di Hattin, un quadro bizantino raffigurante la Madonna della Tenerezza, titolo successivamente sostituito con quello di Madonna dei Martiri in onore appunto dei crociati e pellegrini sepolti nella Carnaria nei pressi dell’Ospedale dei Crociati. Nel giro di pochi decenni il culto assunse maggiore importanza, tanto da richiedere la costruzione di una Basilica accanto all’Ospedaletto dei Crociati, che custodiva all’epoca l’icona.

Non bisogna dimenticare che il più antico porto di Molfetta, secondo le fonti di archivio conosciute, si trovava a Cala di San Giacomo, insenatura distante circa 2 km a ponente della città vecchia ma molto vicino all’Ospedaletto dei Crociati. Varie testimonianze storiche indicano l’utilizzo di tale insenatura come porto attivo dal XII alla metà del XVIII secolo, probabilmente perché la cala, allora più ampia, offriva facile riparo ai naviganti. Dalla metà del 1500 l’Università di Molfetta provvedeva alla presenza di un guardiano di notte e di giorno nel porto di San Giacomo. Nel 1635 furono collocate due colonne per ormeggiare i vascelli e favorire il carico della merce. Il porto, che continuò ad essere frequentato fino agli inizi dell’Ottocento, andò poi completamente in disuso per l’utilizzo di altri approdi più vicini alla città.

L’Icona dei Crociati. Molfetta, Basilica della Madonna dei Martiri. Ph. Maria Cappelluti

La tavola, che si presume sia approdata proprio presso l’antico porto della città, secondo alcuni di cipresso e secondo altri di cedro, misura 100 x 66 cm. e rappresenta la Vergine Maria a mezzo busto che regge sul braccio sinistro Gesù bambino il quale la abbraccia e la bacia teneramente. Agli angoli superiori troviamo due angeli i quali, secondo alcuni, anticamente reggevano due piccoli manti.

Collocata in una nicchia in pietra leccese voluta da G. B. Cibo, successivamente ebbe la sua collocazione nell’attuale splendida edicola in marmo voluta dal vescovo G. Bovio. La terza si ebbe quando Mons. Salemi fece costruire un altare di marmi pregiati ed ivi vi fece collocare l’edicola in marmo con il quadro della Vergine. Di altre traslazioni si parla nel 1620 allorquando per le incursioni dei turchi sulle nostre coste,  Mons. Bovio la mandò nel monastero delle Vergini di Bitonto. Infine durante la seconda guerra mondiale fu custodito a Castel del Monte per paura di incursioni aeree.

Oltre alle traslazioni, diversi sono stati i restauri il primo dei quali risale al 1412 sotto il vescovado di Alessio Celidonio. A documento di siffatto restauro il Celidonio vi fece apporre due targhe d’argento: l’una rappresenta il vescovo in ginocchio che prega, l’altra reca la seguente iscrizione: Recipe sacratissima virgo/veri dei atque nominis pareus/instaurationem et ornatum/huius tuae venerandae imaginis/A servo tuo indiguo licet / Alexio Chelidonio Lacedemonio/Episcopo Melphicti. Di altri restauri si parla nel 1905, nel l978 e nel 1998.

Lo zelo dei vescovi, tuttavia, non si limita solo della tutela della Sacra Icona. Il Vescovo Simone Alopa (1385 1401) ottenne il 24 Aprile 1399 dal re Ladislao di Napoli un diploma col quale fu concessa la fiera di otto giorni, dal 8 al 15 Settembre, nella festa della natività della Vergine, sapendo che il giorno 8 di settembre si festeggiava la Madonna dei Martiri protettrice di Molfetta. Nel conclave del 24 agosto 1484, Giambattista Cibo, Vescovo di Molfetta, viene nominato Papa col nome di Innocenzo VIII; con bolla pontificia del I Giugno 1485 indice indulgenze a favore del culto della Madonna dei Martiri nella domenica in albis e nella festa dell’8 Settembre. Risale al 17 marzo 1570 la fondazione della confraternita della Madonna del Rosario ad opera del vescovo Maiorano, successivamente la confraternita si trasferirà nella chiesa di S.Domenico (15 maggio 1640).

L’11 Maggio 1560, un terribile terremoto distrusse molte città della Puglia lasciando illesa Molfetta. In quella circostanza l’Università di Molfetta deliberò l’apposizione dell’Immagine della Madonna dei Martiri sullo stemma civico della città facendo voto che Capitolo, Università e popolo dovevano recarsi in pellegrinaggio al santuario l’11 Maggio di ogni anno. Questa ricorrenza che tuttora si ripete va sotto il nome di “La Medonne du Tremelizze” (Madonna del Terremoto).

L’aggregazione della Basilica della Madonna dei martiri a quella di Santa Maria Maggiore in Roma risale al 28 Dicembre 1755 ad opera del vescovo Celestino Orlandi, mentre per volere di Filippo del Giudice Caracciolo con regio decreto del 31 marzo 1828, fu concessa ai Padri Riformati la chiesa con locali, giardino e Mensa Vescovile, i frati vi subentrarono il 26 aprile 1829.

Molfetta, statua della Madonna dei Martiri. Giuseppe Verzella (1840). Ph. Maria Cappelluti

Nel 1840 un concittadino, Mauro Oronzo Valente, sciolse un voto facendo realizzare dallo scultore napoletano Giuseppe Verzella una statua in legno raffigurante la Vergine con Bambino e due angeli che porgono sulle spalle della Madonna un artistico manto di stoffa. La statua fu benedetta il 30 agosto 1840, portata in processione fino alla chiesa di San Domenico e qui affidata ai Frati Minori che col popolo la portarono in processione solenne fino alla chiesa della Madonna dei Martiri. Il nuovo simulacro animò a tal punto i fedeli che cominciarono sempre più a venerare la statua e abbandonare l’icona. Consapevoli di questo fatto i Frati Minori, per far sì che la devozione verso I’icona non venisse meno chiusero la statua in un armadio. Questo provvedimento non fu sufficiente ad evitare le richieste del popolo di venerare la sacra immagine. Ci racconta Padre Berardino Laricchia: “La statua della Beatissima Vergine si conserva in un armadio a specchio, situato in permanenza nel ripostiglio della navata di settentrione della nuova chiesa. L’armadio e chiuso a doppia chiave ed e difeso da una ringhiera di ferro. La porta del ripostiglio si apre in tutti i sabati dell’anno ed in qualsiasi richiesta del pubblico devoto”.

Intanto nuove iniziative sorgevano in occasione della Festività di Settembre. Risale al l846  la sagra a mare del 8 settembre. Il can. Primicerio Samarelli ci racconta: “Collocata al centro di una coppia di paranze , appositamente sorteggiate ed addobbate di pavesi, dopo esser stato percorso un buon tratto di mare dalle ore 14.00 alle 17.00 con largo seguito di barchette, la statua veniva deposta sulla terraferma. Di qui s’iniziava la processione terrestre: prima meta era il Duomo, dove si teneva esposto il mezzo busto d’argento di S.Corrado, poi, seguendo un itinerario vasto, la statua veniva portata per le vie della città accompagnata da un gran numero di fedeli.”

Ai nostri giorni ben poco è cambiato, anzi, la sagra di Settembre si e sempre più arricchita di luminarie, fuochi pirotecnici, concerti d’opera ed altro. La sagra di settembre, rappresenta il culmine dei festeggiamenti in onore della Madonna dei Martiri, i quali sono preceduti da momenti di culto e di preghiere semplici ma molto significativi. Del Giudice Caracciolo nell’affidare ai PP. Riformati tra le altre cose dispone: “Di conservare il culto che attualmente si esercita in detta chiesa, e segnatamente ogni sabato di ciascun anno per mantenere la devozione, che pienamente si osserva in questa popolazione. Come pure di solennizzare la novena preventiva al giorno della Natività della Beatissima Vergine giusta il modo e consuetudine che si e finora predicato, cioč due volte al giorno, ma nelle ore mattutine, l’altra nelle ore vespertine, ed il giorno istesso della Natività della Vergine, con quella pompa e solennità, che si e finora costumato”.

Molfetta, processione in mare della Madonna dei Martiri. Si svolge ogni anno l’8 settembre. Ph. Maria Cappelluti

I Padri Riformati, non solo accettarono queste condizioni, ma incentivarono la devozione verso la Madonna dei Martiri con nuove pratiche di pietà. Furono loro i fautori dei sette sabati solenni in preparazione al solenne novenario ed alla Festa della Madonna dei Martiri. Mons. Picone in sollecitazione dei suddetti Frati compose un oremus ed un responsorio in latino nel 1913. Oltre ai sette sabati solenni i Padri Riformati composero anche una novena la cui stesura musicale fu affidata al maestro Giuseppe Peruzzi. Una prima stesura della novena si ebbe ad opera del vescovo Costantino nel 1848 con cenni storici, altre ristampe si ebbero nel 1848 e 1850. Numerose edizioni si sono pubblicate fino ai giorni nostri. I sabati solenni ed il novenario si sono arricchiti della solenne fiaccolata che si tiene la sera nel piazzale antistante la Basilica (1982). (Recita del rosario e lettura della supplica alla Madonna).

Ai nostri giorni. Fin dalle prime ore dell’alba dell’8 Settembre, numerose messe vengono celebrate in Santuario, mentre nelle prime ore del mattino una fragorosa diana annuncia ai molfettesi l’eccezionalità del giorno, dedicato alla natività di Maria nel quale loro festeggiano la loro celeste patrona; mentre nel pomeriggio, all’imbarco, e a sera, allo sbarco della Madonna, una folla oceanica attende il sacro simulacro della Vergine. La stessa folla accompagna, la domenica successiva l’8 settembre la Madonna al Santuario concludendo i festeggiamenti con una grandiosa gara pirotecnica. La società odierna si evolve cosi rapidamente da far sparire tutto ciò che appartiene solo a ieri, ma non può cosi facilmente strappare dalla mente e dal cuore dei molfettesi, vecchi e giovani, ciò che e a loro più caro: la Madonna dei Martiri e la festa a Lei dedicata.

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