Il Torrione Passari e la sua incredibile storia

Nel Cinquecento la costruzione del Torrione rispose all’esigenza di proteggere con bocche da fuoco la cintura di costruzioni sul mare della città di Molfetta

Molfetta vista dal mare di Maria Cappelluti
Torrione Passari, visto da Nord. Ph. Felice Tridente

Partendo da Piazza Garibaldi e passeggiando lungo Corso Dante Alighieri, troviamo sulla sinistra la Chiesa di Santo Stefano e sulla destra l’Arco della Terra. Quest’ultimo era parte della principale porta d’accesso all’antica città di Molfetta, mentre, lungo il tracciato dell’attuale Corso Dante, un tempo vi era il fossato che circondava le mura storiche.

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L’Arco della Terra è una sorta di passaggio che, quasi come uno “stargate”, è in grado di riportarci indietro nel tempo.

L’Arco della Terra era ed è tuttora l’ingresso principale della città vecchia dove anticamente sorgeva la “Torre dell’Orologio” alta 28 metri e demolita nel 1897. Anticamente l’ingresso si chiudeva a sera e si apriva alle prime luci dell’alba agli ordini di un guerriero armato; il popolo perciò era costretto a rientrare in tempo per evitare di restare fuori della città. 

Attraversando l’arco si arriva alla zona medievale proseguendo su una lunga via: “Via Piazza”. Quest’ultima si dirama in una serie di strade parallele che si sviluppa in direzione Est-Ovest e si raccorda nei due poli del Duomo e del sito del Castello (distrutto nel 1416), attuale Piazza Municipio. Questa rete viaria, tagliata in senso Nord-Sud da via Piazza, strada principale del centro antico, è il risultato del progressivo addensamento edilizio che, tra XI e XVII secolo si verificò nella platea, l’antico slargo di cui parlano i documenti.

Palazzo Galante Gadaleta, uno dei palazzi simbolo della città di Molfetta, unico accesso al Torrione Passari. Foto di Felice Tridente

I palazzi più significativi, collocati prevalentemente lungo il perimetro del borgo, risalgono al periodo successivo al 1529, anno del Sacco francese, che produsse danni notevoli al patrimonio architettonico e documentario della città. A nord di Via Piazza, l’ultima strada a destra, si trova via Sant’Orsola dove ci sono palazzi molto importanti di famiglie molto famose di Molfetta: Passari e Gadaleta.

Affacciato sull’orizzonte dell’Adriatico, Palazzo Galante Gadaleta si distingue non solo per l’involucro in pietra dall’elevato pregio storico, artistico e architettonico, ma anche perché è l’unico accesso ad un grande bastione cilindrico del Cinquecento con funzioni difensive, il “Torrione del Mare di Passaro”, noto come Torrione Passari, ma anche come Torrione Gadaleta o Torrione Nisio.

La costruzione del Torrione iniziò nel 1515 per potenziare le difese militari molfettesi, decisione presa nel 1512 quando l’Università decise di erigere il “torrione per defensione della città in la banda de mare Passaro”. La zona prescelta, prossima alla strata Episcopatus, era così denominata già nel 1417. Sulla lapide dell’anno 2003 all’interno del Torrione Passari si legge: “Edificato nel 1515 a spese dell’Università, ceduto al barone Galente Gadaleta e, nel 1769, al casato Nisio, ritornò alla città di Molfetta nel 1968 per volontà di Margherita Petroli, figlia di Vincenzo e Giustina Nisio”.

Il torrione si presenta ancora oggi, a cinque secoli di distanza dalla sua costruzione, maestoso e compatto. Alla base, le mura sono massicce e raggiungono uno spessore di cinque metri che man mano diminuisce fino al cordone, da dove si sale fino alla sommità e da cui si assiste ad una visione a 360 gradi davvero spettacolare.

Nella parte centrale ci sono tre cannoniere disposte nelle tre direzioni dell’orizzonte. Nel 1955 il Torrione fu dichiarato “monumento di interesse artistico” dal Ministero della Pubblica Istruzione: dopo la riapertura al pubblico del 2003, è diventato un importante spazio espositivo che oggi si arricchisce di nuovi ambienti dopo i recenti restauri. Gli interventi di riqualificazione hanno portato al recupero di nuovi spazi a piano terra ed hanno interessato, tra le altre cose, anche la pavimentazione e l’eliminazione di strati di intonaco che, sulle pareti, coprivano la pietra. Interventi sono stati realizzati anche nei piani superiori.

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