Torre Pettine Azzollini e la Croce “infranta” dei Cappuccini

Due storie che si incrociano nel 1882, in contrada di Torre Azzollini o Torre di Pettine, due storie poco conosciute che meritano di essere raccontate

Torre Pettine Azzollini ripresa dall’alto

La Torre Pettine Azzollini, edificata nel XVI sec., con i suoi “soli” otto metri di altezza, è una delle più piccole torri del territorio molfettese. Costituita da due piani, ha più l’aspetto di una casale di campagna che di una torre. Viene comunque considerata una struttura fortificata per la presenza sul tetto di due garitte con feritoie per difendersi. Durante la peste del 1600, il colera del 1886 e del 1910 e le due guerre mondiali, molte famiglie si ripararono in questo casale fortificato e nelle cascine adiacenti per sottrarsi alle epidemie ed alle offese belliche.

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

Lungo via del Pettine, nella zona denominata “Vascarriedde”, prima di arrivare alla torre, in prossimità di una casina abbandonata, si trovano due chiesette a breve distanza tra loro. La prima del 1733, dedicata a san Salvatore, ha la facciata sormontata da un cornicione e da un campaniletto a vela, ha la volta a spiovente, a scandole che ricorda le cupole del Duomo.

La seconda chiesetta simile alla prima, dedicata a santa Irene, presenta sull’architrave l’epigrafe: “qui non si gode asilo”, per non illudere i perseguitati della giustizia che cercavano rifugio nelle chiese. Al di sopra dell’iscrizione è visibile il nome dell’allora proprietario del complesso, tale Nicola Monda e la data di edificazione della chiesa, 1807. Questa chiesa era dedicata anche a san Corrado e alla Madonna dei Martiri, i patroni di Molfetta.

La Croce dei Cappuccini in Pietra

L’origine del nome è dibattuta. Secondo alcuni il suo nome deriverebbe da alcuni arnesi, telai, presenti in essa per la lavorazione dei tessuti. Il pettine, infatti, è una parte del telaio. Tra le sue fessure passano i fili dell’ordito. Secondo altri invece il nome invece deriverebbe dalle “pedine” che i pirati, sbarcati a cala San Giacomo (l’antico porto di Molfetta), lasciavano lungo la strada dopo aver saccheggiato Ruvo. Le pedine segnalavano il percorso da intraprendere per recuperare il bottino delle loro rappresaglie. Quest’ultima spiegazione, sembrerebbe la meno probabile, benché più affascinante della prima. Per essere poi appartenuta, dopo la famiglia Passeri, dalla fine dell’Ottocento, a don Michele Azzollini, la torre fu poi denominata anche Pettine Azzollini, o più semplicemente Casale Azzollini.

Il prospetto presenta un ampio ingresso ad arco ed una finestra sormontata da una trabeazione concava. Si accede al piano superiore da una porticina situata sul lato destro e dal primo piano si raggiunge il tetto per mezzo di una scala pericolante. Sulla destra vi è un cucinino con due fornacette e una botola con scantinato che serviva come deposito di vino e vivande. Negli altri vani vi sono due alcove, un focolare e tutt’intorno decorazioni settecentesche.

Nel 1880 il fondo, di vigne 13 e ordini 12 in contrada Torre Azzollini, Torre di Pettine, oppure Macchia, Gravatta, unitamente alla casina «[e]sistente in detto descritto fondo, che si compone di pianterreno e stanze di primo piano, in vani cinque» era in comproprietà tra Nicola Azzollini, figlio del defunto Michele Azzollino [junior] e gli eredi dello scomparso Vito Azzollini [junior], ovvero Angelina Capochiani ed i figli Vito [postumo], Apollonia, Francesco ed il sacerdote don Michele Azzollini. E fu quest’ultimo che nel 1882, in concomitanza della costruzione di palazzo Attanasio, trasferiva a torre di Pettine la Croce in pietra posta a piazza Cappuccini. La Croce, collocata nel 1742 in piazza Cappuccini a ricordo delle SS. Missioni svoltesi quell’anno a Molfetta, era costituita da una colonna, che poggiava su un basamento a tre ripiani circolari, sormontata da un capitello corinzio.

Lapide sul basamento in pietra della Croce dei Cappuccini

Alla base del capitello c’era una mensola in ferro battuto per sostenere la lanterna ad olio. Sotto la Croce era scritto: «A spese dell’Università». Sulla base della Croce don Michele Azzollini fece riportare la seguente epigrafe: «Ventotto lustri qui dai Cappuccini / Guardai Molfetta e stetti in sua difesa / Spiantata, infranta Michele Azzollini mi raccolse / Salvandomi da grave offesa / Della Gravatta i campi ancor possente ora difendo / e la devota gente, 14 settembre 1882».

Nel 1986 la croce e il basamento furono rimossi e depositati nel Seminario Regionale Pio XI. All’inizio di questo secolo la torre rientrava tra i beni del sacerdote don Michele Azzollini. Egli morì nel 1920, dopo esser stato per molti anni cappellano dell’Arciconfraternita della Morte. Nel 1972 il fondo apparteneva al sig. Giuseppe Marino

Fonte: “Le torri dei molfettesi” di Corrado Pisani, Edizioni Mezzina

/ 5
Grazie per aver votato!

Sharing is caring!