Molfetta racconta: lo strano caso dell’avvistamento UFO al Pulo del 1953

Abbiamo scoperto che anche Molfetta, nei primi anni Cinquanta, fu interessata da strani avvistamenti. Un racconto particolare, di un’esperienza davvero molto singolare vissuta da un molfettese, che ci ha incuriosito non poco

Veduta di J. Hawkins tratta da G. Zimmerman “Voyage à la nitrière nauturelle qui si trouve à Molfetta dans la Terre de Bari en Pouille”. (Bari Biblioteca Provinciale De Gemmis).
Pulo di Molfetta – Ph. Paola Copertino.

Anomali oggetti volanti, globi di fuoco o altri strani avvistamenti fanno parte della storia millenaria dell’uomo. Cosa c’è di vero e cosa c’è di falso negli avvistamenti di oggetti volanti non identificati? Ve lo diciamo subito: non lo sappiamo! L’argomento è troppo vasto e dibattuto, complesso e per certi versi ancora molto insidioso, per cui non aggiungeremo molto altro alle cronache ufficiali del tempo.

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L’avvistamento di oggetti volanti non identificati è stato, anche in Puglia, un fenomeno abbastanza diffuso a partire dal secondo dopoguerra. Sappiamo già che in Puglia, la prima notizia riportata da «La Gazzetta del Mezzogiorno» riguardante l’avvistamento di un “proiettile razzo”, è del 6 ottobre 1946. In quella data, un insolito oggetto di forma “allungata” fu visto transitare nel cielo di Polignano a Mare. Nel 1950 si ebbero 6 avvistamenti, di cui quello sicuramente più noto avvenne il 29 marzo a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. Dal 1952 al 1954, in Puglia ci furono ripetuti avvistamenti che contribuirono a portare a conoscenza di un pubblico più vasto il problema degli UFO.

Negli anni Cinquanta, quindi, tanti furono gli avvistamenti di strani oggetti volanti sui nostri cieli. Lo sappiamo anche grazie alle cronache di quegli anni de «La Gazzetta del Mezzogiorno». Avremmo potuto pubblicare l’elenco completo di tutti gli strani avvistamenti di quegli anni, abbiamo però deciso di concentrarci, per adesso, solo su una storia molto particolare, raccontata da un molfettese del tempo. Sappiamo già, però, dalle ricerche che abbiamo fatto e che ci riserviamo di pubblicare più in là nella loro interezza, che anche la nostra città, proprio in quegli anni, fu interessata da strani avvistamenti. Il primo avvistamento storicamente documentato a Molfetta è del 26 agosto 1952. All’alba, C. M. ed altri quattro contadini molfettesi, videro sui cieli del nostro agro un piatto luminoso volare a velocità vertiginosa diretto da Nord verso Sud. La notizia fu riportata il giorno successivo da «La Gazzetta del Mezzogiorno». Abbiamo però scoperto che il racconto più lungo, in questo particolare elenco degli strani avvistamenti pugliesi di quegli anni, riguarda proprio la nostra città ed è ambientato in un luogo davvero molto singolare e per certi versi già di per sé misterioso: il Pulo di Molfetta.

Dopo un po’ di indecisione, abbiamo deciso che questo racconto doveva essere divulgato così come l’abbiamo letto noi, senza aggiungere o togliere nulla e senza commentarlo. Il nostro intento, come sempre, è solo quello di raccontarvi storie sulla nostra città, scoperte o riscoperte quasi ogni giorno. Anche questa, come tante altre da noi già pubblicate, è una storia datata, che risale a quasi settant’anni fa, solo che l’argomento non è di quelli consueti: qui si parla di UFO. Forse è una fake news dell’epoca o forse non lo è: non lo sapremo mai! Abbiamo però deciso che sarebbe stato un errore fingere di non averla letta mai ed eclissarla.

Il 28 giugno 1953, alle ore 19.00 circa, C. S. S., si trovava nei pressi del “Pulo” (grossa voragine di età preistorica), quando vide un piccolo oggetto luminoso che scendeva velocemente verso terra. All’improvviso l’oggetto, di color argento, si fermò ad una cinquantina di metri sopra il “Pulo”, per poi discendervi lentamente sino a circa due metri dal fondo. L’oggetto aveva la classica forma a “cappello da prete”: una specie di piattaforma con una serie di oblò e, nella parte superiore, una “torretta” alta circa 2 metri, anch’essa con degli oblò, un po’ più piccoli. Mentre la luminosità dell’oggetto diminuiva, il testimone vide uscire da sotto il disco due creature umanoidi, una alta circa m. 1,50, e l’altra circa m. 1,40, che indossavano una specie di tuta lucida color verdastro; essi portavano, inoltre, una cintura di color oro munita di un qualcosa, applicato nella parte anteriore, dal quale si irradiava una luce simile a quella dei minatori. Avevano strane calzature fosforescenti e sembrava che avessero un casco in testa. I due esseri, che si muovevano con agilità nonostante il terreno accidentato, iniziarono una strana attività consistente nel raccogliere del materiale e portarlo all’interno del disco. Il testimone poté anche udire dei sibili, di varia intensità, che sembravano provenire dalla torretta e dall’essere più alto e contemporaneamente scaturivano dei raggi luminosi dalla cintura degli umanoidi. A questo punto il testimone ricorda solo di aver provato un forte mal di testa e di essere probabilmente svenuto; ma la cosa più straordinaria fu di essersi risvegliato in un punto diverso da quello dove si trovava prima. Nonostante fosse intontito, riuscì a vedere ancora gli esseri che, dopo essere entrati ed usciti da una caverna, scomparvero sotto il disco. Dopo pochi secondi, lo stesso cominciò a sollevarsi emanando strani sibili intermittenti, fino a portarsi sul bordo del “Pulo” per poi alzarsi verso il cielo con una velocità stupefacente. Il testimone sentì, a questo punto, odore di bruciato, come dello zolfo di un fiammifero, però non vide nessuna pianta bruciare.

Articolo pubblicato da «Il Giornale dei Misteri» n. 277, 1994.

Pulo di Molfetta. Resti della Nitriera Borbonica. Foto scattata in occasione del riapertura della dolina carsica del 18 ottobre 2020.
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