Molfetta racconta: la tradizione dei lumini accesi nella notte di Ferragosto

Un rito dalle origini molto antiche che si perpetua di anno in anno la notte in cui si commemora la massima glorificazione di Maria, ossia quella della sua morte e Assunzione carnale in Cielo.

Molfetta, i tradizionali lumini di Ferragosto della Confraternita dell’Assunta.

La tradizione dei lumini accesi nella notte di Ferragosto ha origini molto antiche, trae origine da alcuni fatti verificatisi nei primi secoli dell’era cristiana, tra il IV e V secolo, quando si svilupparono in seno alla Chiesa delle correnti eretiche che mettevano in discussione l’identità di Gesù e l’unione, nella sua persona, delle due nature, quella umana e quella divina. La conseguenza di queste correnti portava inoltre a confutare anche il titolo attribuito a Maria di “Madre di Dio”. Secondo questa dottrina, in Cristo, così come sussistevano due nature (divina e umana), sussistevano anche due persone corrispondenti.

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Quest’eresia, detta “nestorianesimo” dal nome del Patriarca di Costantinopoli Nestorio, suo principale fautore, venne confutata nel Concilio di Efeso, terzo concilio ecumenico della Chiesa Universale, convocato dall’imperatore Teodosio II nel 431 d.C. L’assemblea dei Vescovi, ristabilendo l’insegnamento tradizionale della Chiesa, affermò contro Nestorio, che Maria, la Madre di Gesù, è Theotókos, cioè Madre di Dio, in quanto ha generato Gesù che è vero Dio e vero uomo, Figlio unico del Padre. Nestorio affermava invece che Maria può essere chiamata unicamente Christotokós, cioè Madre di Cristo, perché essa aveva messo al mondo soltanto l’uomo Gesù. Da ultimo, Nestorio non riconosceva che il peccato originale fosse insito nella natura umana.

La condanna del Concilio di Efeso al Nestorianesimo venne riaffermata dal Concilio di Calcedonia del 451 e dal Concilio di Costantinopoli del 553. Il nestorianesimo tuttavia, interrompendo la comunione con Roma, si diffuse in Persia, India e Cina. In Occidente i Nestoriani furono perseguitati e dispersi; in Oriente invece ebbero grande diffusione. Decaddero definitivamente nel corso del XIV secolo sotto l’Islam. I Nestoriani, passati al cattolicesimo, costituiscono la Chiesa cattolica caldea.

Gli abitanti di Efeso accolsero con gioia l’esito del Concilio e, dopo aver scortato i padri conciliari alle loro abitazioni con ceri accesi, illuminarono la città accendendo tanti lumini sui davanzali e sugli usci delle porte in onore di “Maria Madre di Dio”. Da quel momento fu aggiunta alla preghiera dell’Ave Maria la seconda parte che inizia con “Santa Maria, Madre di Dio”.

La manifestazione di giubilo degli efesini è poi diventata tradizione perpetuandosi di anno in anno la notte in cui si commemora la massima glorificazione di Maria, ossia quella della sua morte e Assunzione carnale in Cielo, diffondendosi a tutta la chiesa e conservandosi sino ad oggi in diverse località tra cui la città di Molfetta. I nostri antenati usavano, nella notte dell’Assunzione, allestire gli altarini per le strade della città soffermandosi in preghiera innanzi ad essi sino a tardi e recitando la pratica delle “cento croci e cento ave Maria”. Durante la notte poi su ciascun balcone, davanzale o ovunque fosse possibile per chi abitava nei bassi, veniva lasciato un cero acceso per commemorare il risveglio della Vergine Maria dalla morte e la sua ascesa in Paradiso. Questa tradizione è andata col tempo scemando. Gli altarini non vengono più allestiti e pochi fedeli rispettano la tradizione dell’accensione dei ceri sui balconi.

La Confraternita di Maria SS. Assunta in Cielo da diversi anni si sta impegnando per ripristinare questa semplice e genuina usanza commissionando dei lumini recanti l’immagine dell’Assunta del Verzella. Essi sono acquistabili presso la sede della Confraternita dell’Assunta. 

In passato, nel buio della notte, nella città deserta, tanti erano i lumini accesi per le strade di Molfetta. Tutti i balconi nella notte di Ferragosto avevano un limino acceso, ma anche chi abitava nei bassi si prodigava per posare il proprio lumino dove era possibile farlo. L’immagine della città buia d’un tempo, illuminata dalla luce fioca di questi ceri, doveva essere davvero molto suggestiva. In passato, le feste religiose, erano per davvero tali e, inutile dirlo, erano molto sentite. Per questo motivo è meritoria l’attività svolta ogni anno dalla Confraternita dell’Assunta finalizzata a non far scomparire del tutto questa bella e semplice tradizione, tramandata di generazione in generazione.

Una volta si diceva che il lumino acceso sui davanzali serviva a fare luce alla Madonna che sale in cielo. Questo, come altri racconti del passato, certamente faceva parte di quel credo popolare, molto radicato, più di quello ufficiale, tra la gente semplice d’una volta.

Scritti tratti dalla pagina Facebook della Confraternita di Maria SS. Assunta in Cielo Molfetta

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