La splendida lucentezza della Pietà Vaticana

La Pietà vaticana di Michelangelo è una delle sculture più incantevoli della storia dell’arte e una delle opere più rappresentative del genio rinascimentale. Foto di Maria Cappelluti

Pietà di Michelangelo, particolare del Cristo. Ph. Maria Cappelluti

La Pietà Vaticana. Chi di voi non conosce quella Madre che sostiene sulle gambe il corpo del Figlio appena ucciso? Difficile dimenticarsi i lineamenti di quei due volti, i panneggi, la perfezione della composizione e la definizione di ogni singolo particolare. La sua importanza viene eguagliata nella produzione di Michelangelo forse solo dalla statua del David, dalla Creazione di Adamo − la scena più famosa degli affreschi della Cappella Sistina −, dal Tondo Doni e da un’altra pietà, la Pietà Rondanini, testamento creativo del Buonarroti.

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La Pietà vaticana fu completata quando l’artista fiorentino era giovanissimo: aveva ventiquattro o venticinque anni, a seconda delle diverse teorie sulla data esatta di consegna dell’opera.

C’è anche un’altra cosa che cattura l’attenzione di questa grande opera: la lucentezza del marmo. Per arrivare a quel risultato ci volle tempo, tanto tempo e dedizione. Michelangelo Buonarroti passò ore e ore a lucidarla perchè voleva che risplendesse di luce propria. Difficile a spiegare perché. Forse perchè la Cappella di Santa Petronilla era particolarmente buia e c’era bisogno in qualche modo di creare degli importanti giochi di luci e riflessi. Forse semplicemente perchè voleva fosse perfetta e desiderava che in tutta Roma non si parlasse altro che della sublime opera sua. Una cosa è certa: un’opera così splendente difficilmente è possibile ritrovarla altrove.

Pietà di Michelangelo. Ph. Maria Cappelluti

E’ un peccato doverla vedere così da lontano, al di là del vetro. E’ un male necessario però… la malgavità umana esiste e dobbiamo farci i conti. Il 21 maggio 1972, giorno di Pentecoste, un geologo australiano di origini ungheresi di 34 anni László Tóth, eludendo la sorveglianza, riuscì a colpire con un martello la Pietà di Michelangelo per quindici volte in un tempo di pochi secondi, al grido di “I am Jesus Christ, risen from the dead! (“Io sono Gesù Cristo, risorto dalla morte!”), prima che fosse afferrato e reso inoffensivo. La Pietà subì dei danni molto seri, soprattutto sulla Vergine: i colpi di martello avevano staccato una cinquantina di frammenti, spaccando il braccio sinistro e frantumando il gomito, mentre sul volto il naso era stato quasi distrutto, come anche le palpebre. Il restauro venne avviato quasi subito, dopo una fase di studio, e fu effettuato riutilizzando per quanto possibile i frammenti originali, oltre che un impasto a base di colla e polvere di marmo. Fu effettuato nei vicini laboratori dei Musei Vaticani, sotto la responsabilità del direttore Deoclecio Redig de Campos e, grazie all’esistenza di numerosi calchi, fu possibile reintegrare l’opera fedelmente, senza rifacimenti arbitrari delle lacune.otidiani.

.Fonti Web: Michelangelo Buonarroti è tornato; Vox Mundi.

La Pietà di Michelangelo, all’interno della basilica di San Pietro, è illuminata in maniera nuova, in modo da permette ai visitatori di ammirare e meglio comprendere il valore universale di questo capolavoro. (Vatican Media)

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