La magica notte di San Giovanni, notte di fuoco e d’amore, notte di …

La notte tra il 23 e il 24 giugno, dopo il solstizio d’estate, il mondo naturale e quello soprannaturale si compenetrano e accadono “cose strane”, come racconta perfino William Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate”, una delle sue opere più note

La tradizione vuole che in questa notte magica le piante e i fiori vengono influenzati da una particolare forza e per sfruttarle al meglio si può preparare l’acqua di San Giovanni.

Leggende e tradizioni rendono la notte di San Giovanni una notte ricca di fascino, dove sacro e profano si abbracciano, dove culti ed incantesimi si incontrano sotto la luce delle stelle, dove la fede si intreccia con le credenze popolari. È la notte dell’amore, della rugiada, del fuoco, dei riti propiziatori che vanno in scena fino all’alba, quando tutto svanisce, perché il tempo della magia ha sempre le ore contate e viene solo una volta l’anno.

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La notte tra il 23 e il 24 giugno, è considerata fin dai tempi dei romani, una notte incantata, da celebrare con preghiere e rituali tramandati di generazione in generazione. È la notte dell’amore, della rugiada, del fuoco, dei riti propiziatori che vanno in scena fino all’alba, quando tutto svanisce. È la notte che precede la nascita di San Giovanni Battista, il santo asceta che battezzò Gesù, considerata da millenni una notte magica, durante la quale si celebrano riti propiziatori e purificatori. Giovanni Battista è l’unico Santo, insieme alla Vergine Maria, di cui si celebra il giorno della nascita terrena (il 24 giugno appunto), oltre a quello del martirio (il 29 agosto). Tra le due date, però, quella più usata per la venerazione è la prima.

È una festa cristiana che, come spesso accade, si è innestata su una precedente festa pagana risalente probabilmente al culto celtico di Litha, la dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere, celebrata il giorno del solstizio d’estate con riti propiziatori e l’accensione dei falò, usanza che ancora oggi illumina la sera della festa di San Giovanni in diversi paesi.

In questo particolare periodo dell’anno, la natura raggiunge il suo massimo splendore. La rugiada della notte di San Giovanni è ritenuta benefica e miracolosa: questa credenza, antichissima, è appunto legata alla ricorrenza del solstizio d’estate ed è un mischiarsi di rituali pagani e cristiani. Per raccogliere la rugiada basta lasciare all’aperto un panno oppure passeggiare all’aperto alle prime luci dell’alba. La rugiada bagna le erbe e i frutti, migliorandone le qualità curative, e la tradizione vuole che durante questa notte si raccolgano le noci non ancora mature per preparare il nocino.

Se il calendario vuole che il solstizio canonico cada il 21 giugno, nonché la giornata più lunga con la notte più corta dell’anno, le credenze popolari e cattoliche lo fissano al 24 giugno, in corrispondenza della natività del santo che battezzò Gesù, a sei mesi esatti di distanza da quella di Gesù Cristo. Da qui l’unione del sole e della luna, due elementi che richiamano il fuoco e l’acqua utilizzata per il battesimo e che – in questa lunga notte – convolano a nozze, dando vita ai famosi falò di San Giovanni e all’uso della rugiada per purificarsi. Secondo le credenze popolari, i numerosi riti legati alla ricorrenza nonché alcuni alimenti particolari avrebbero il potere di far avverare molte ambizioni, dalla scoperta del futuro sentimentale alla guarigione di malanni.

Non è una notte come le altre, ma una notte che porta con sé tantissime tradizioni e riti magici che ancora vivono nelle usanze contadine e nelle popolazioni che hanno sempre vissuto nel profondo del loro cuore tali costumi. L’universo popolare con le sue credenze affascina sempre e accomuna Paesi anche molto distanti geograficamente. Ovunque la notte a cavallo tra il 23 e il 24 giugno è dedicata agli opposti che si uniscono, fuoco e acqua, buio e luce, bene e male, estate e inverno. Ovunque si scaccia il male, che siano diavoli o streghe riunite in convegni sotto maestosi noci; ovunque si invocano il bene, le fate e i santi. Che sia l’inizio dell’estate o che sia una notte di mezza estate, come la descrive Shakespeare, comunque è il momento magico  dell’anno in cui liberare i sogni e la fantasia, la notte in cui tutto, anche l’impossibile, può succedere.

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