Il “nuovo porto” di Molfetta per volere di Re Ferdinando I di Borbone

Nelle rappresentazioni storiche di età moderna, insieme allo stretto rapporto esistente fra la città e il mare, si legge immediatamente l’importanza dell’ampia ansa naturale prospiciente il Duomo, quale naturale punto di approdo e futuro porto della città, realizzato in diverse fasi, a partire dal 1844

Foto storica del Porto di Molfetta.

La nascita del Porto di Molfetta risale al XVII secolo, quando si riscontrò l’esigenza da parte della popolazione di avere un approdo più sicuro e vicino, essendo utilizzati due approdi che risultavano insufficienti a soddisfare le necessità della marineria locale, che svolgeva un notevole traffico mercantile con i porti dell’Alto Adriatico.

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Fino ad allora i punti di approdo utilizzati erano la Cala di S. Giacomo, sulla strada per Bisceglie distante quasi 2 km da Molfetta e, in seguito, la Cala dei Pali, molto più vicina alla città. Ma questi due approdi erano insufficienti a soddisfare le necessità della marineria locale, che svolgeva un notevole traffico mercantile con i porti dell’Alto Adriatico. Si sentiva pertanto l’esigenza di un approdo più sicuro e vicino.

Molfetta, spettacolare panorama dello Scalo di Alaggio e del molo pennello. Cartolina d’epoca

Nella prima metà del XVI secolo la costruzione di un molo attiguo al Duomo riuscì a proteggere parzialmente dal vento Greco – Levante l’ansa naturale di mare a ponente della città, risultava tuttavia ancora insufficiente alla sicurezza del naviglio.

Nel 1824, a seguito delle continue richieste della marineria locale, il Comune di Molfetta commissionò a Francesco Sponsilli, ex tenente del Genio, il progetto di un porto. Dopo accurato sopralluogo alla rada antistante l’antico Seminario, con la consulenza dello scienziato Giuseppe Maria Giovene, lo Sponsilli preparò un progetto corredato dai relativi disegni. La spesa fu preventivata in 31.000 ducati. Il progetto di Sponsilli prevedeva la costruzione di due bracci a protezione dai venti di Tramontana e Greco-Levante. Su quello esterno era prevista la costruzione del faro e di alcuni ambienti ad uso di Lazzaretto, per la quarantena dei marinai.

Porto di Molfetta. Cartolina panoramica degli anni ’50.

Nel 1825 l’ing. Gabriele de Tomasi, per migliorare la fattibilità del progetto dello Sponsilli, apportò alcune modifiche che comportarono l’aumento di spesa a 55.000 ducati. Il Governo Municipale e le classi imprenditoriali molfettesi, per reperire l’ingente somma, stabilirono di comune accordo l’introduzione di nuove tasse. Ci fu anche il libero concorso di Enti religiosi locali.

Nel 1841 il progetto definitivo del de Tomasi fu approvato e finalmente nel gennaio 1844 si diede inizio ai lavori di preparazione. L’appalto fu aggiudicato alla Società costituita dai napoletani Gaetano Correale, Guglielmo Ferri e Raffaele Ferrillo. Per la posa della prima pietra si scelse il 30 maggio 1844, giorno dell’onomastico di Ferdinando I di Borbone-Due Sicilie. I lavori previsti terminarono nel 1846. Nel mese di maggio del 1848 re Ferdinando II, passando per Molfetta, compiaciuto dell’opera eseguita, approvò un progetto suppletivo per la continuazione e il completamento delle opere eseguite fino ad allora.

Panoramica dell’area portuale di Molfetta

Con la costruzione del nuovo porto, il flusso commerciale crebbe enormemente, tanto che il 18 giugno del 1882, alla presenza di Alfredo Baccarini, Ministro dei Lavori Pubblici, fu avviato l’ampliamento del porto, consistente nel congiungimento dei due moli alla città e la costruzione del molo foraneo, dal Faro in fuori. I lavori furono affidati alla ditta napoletana di Gesualdo Casimiro Dini.

A queste opere essenziali seguirono la costruzione del molo Pennello nel 1890, la costruzione dello scalo d’alaggio nel 1900 e la costruzione della banchina S. Domenico negli anni Venti. Nel 1930 con la costruzione del Mercato Ittico all’Ingrosso la città si dotò di una struttura consona alle sue esigenze commerciali.

Bellissima panoramica degli anni ’30 del Porto di Molfetta

In seguito ad un fortunale avvenuto nei primi giorni di gennaio del 1949  e  per dare più sicurezza alle navi, fu progettata la diga a ponente del porto, la cui radice doveva avere inizio tra la cala San Giacomo e il Santuario della Madonna dei Martiri. La diga fu iniziata il 3 giugno del 1951 con la posa della prima pietra. Appaltatrice della costruzione fu la ditta Ciardi di Roma e la spesa prevista per il 1° lotto fu di £. 1.100.000.000. La diga fu intitolata al Vescovo di Molfetta mons. Achille Salvucci.

Ecco come appariva Molfetta nel 1778 in zona secca dei Pali. L’acquerello è stato realizzato da Loius Ducros, e si trova nell’album “Voyage en Italie, e Sicile et à Malte”. In particolare potete notare una piccola costituzione che ora non c’è più. Dovrebbe trattarsi della Cappella di Santa Maria della Pietà o del Gelso. La lampada che illuminava l’icona della Cappella, divenne con il tempo indicatore luminoso per le barche che attraccavano.
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