Accadde oggi, 27 Ottobre 1962: l’uccisione di Enrico Mattei

La morte di Enrico Mattei è un nodo non ancora risolto, anche se ormai… storico, della vita politica ed economica del Dopoguerra italiano

Giorgio La Pira e Enrico Mattei. Due figure chiave dell’Italia del dopoguerra. Due personaggi di grande attualità che ci hanno lasciato una grande eredità di pensiero. Sono stati due uomini che più di altri hanno rappresentato i principi morali della rinascita democratica del nostro paese.

Enrico Mattei, fondatore di Eni, è un personaggio chiave della storia italiana del dopoguerra: la sua azione per lo sviluppo e la ripresa economica del Paese ha lasciato segni ancora oggi tangibili. Le doti di strategia aziendale, la lealtà e l’attaccamento alla famiglia, l’impegno in politica sono stati fondamentali nella realizzazione del sogno di un uomo che guardava alle risorse del presente per costruire un futuro, verso un’impresa energetica nazionale.

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Nel 1957 Mattei Fonda Agip Nucleare e realizza la centrale Elettronucleare di Latina, che ha il reattore più grande d’Europa. È un innovatore anche nel campo della cultura: nel 1958 istituisce la Scuola Mattei e promuove un metodo di ricerca di tipo sperimentale nei laboratori Eni a San Donato Milanese. Alle grandi doti imprenditoriali, Mattei unisce una vera e propria passione per l’arte e la cultura che lo porta ad affidare al poeta Attilio Bertolucci la realizzazione della rivista “Gatto Selvatico”.

Il 27 ottobre 1962 moriva in un disastro aereo Enrico Mattei. Il manager, numero uno di Agip ed Eni, stava tornando da Catania a Milano, a bordo di un Ms.760, ma arrivato quasi a destinazione, il velivolo si schiantò al suolo, a Bascapè, in provincia di Pavia. Morirono tutti: Mattei, i piloti e anche un giornalista americano al seguito. Una tragedia che venne da subito definita “misteriosa”. Ai funerali, pochi giorni dopo, presenziarono tutte le più alte cariche dello Stato, per tributare omaggio a uno degli uomini simbolo del boom economico dell’Italia del periodo post-bellico. Un uomo molto potente. Un uomo con molti nemici. In tanti, chiarirono le inchieste, lo avrebbero voluto morto. Per questo il disastro di Bascapè è considerato un attentato in piena regola, frutto di un sabotaggio di cui la Giustizia non ha però mai saputo individuare i mandanti. Enrico Mattei fu assassinato.

L’aereo su cui viaggiava il presidente dell’ENI che cadde la sera del 27 ottobre 1962 a Bascapé, alle porte di Milano, fu sabotato. “Un incidente” si disse allora e questa presunta verità durerà fino al 1997 quando, in seguito al ritrovamento di reperti analizzabili con tecnologie più evolute, l’indagine sarà riaperta e porterà a stabilire che Mattei è stato vittima di un attentato per poi essere archiviata definitivamente nel 2005 senza conoscere il colpevole. In un rapporto confidenziale del Foreign Office del 19 luglio 1962, si leggeva che “il Matteismo” era “potenzialmente molto pericoloso per tutte le compagnie petrolifere che operano nell’ambito della libera concorrenza (…). Non è un’esagerazione asserire che il successo della politica ‘Matteista’ rappresenta la distruzione del sistema libero petrolifero in tutto il mondo”. E quindi Mattei andava eliminato, in un modo o nell’altro.

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