Molfetta e le sue meraviglie: il pulpito della Chiesa di San Domenico

In quest’opera, realizzata nel XVII secolo in legno intagliato e decorato, si fondono in perfetta armonia barocco e rinascimento

Molfetta, Chiesa di San Domenico. Ph. Maria Cappelluti
Pulpito della Chiesa di San Domenico: pannello della Madonna del Rosario. Ph. Nicolò Azzollini

L’intero complesso di San Domenico, costituito dalla chiesa e dall’annesso convento, fu edificato a partire dal 1636 e dedicato a San Domenico di Soriano. La chiesa fu ultimata intorno al 1680 e fu consacrata nel 1699.

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La facciata principale, in stile barocco, è preceduta da un pronao con tre archi a tutto sesto; nelle due nicchie rettangolari, le statue di Santa Maria Maddalena (a sinistra) e Santa Caterina d’Alessandria (a destra), protettrici dell’ordine domenicano. Le statue in legno delle stesse Sante sono sull’altare maggiore.

L’interno della chiesa è ornato da cornici in gesso, capitelli, putti ed eleganti decorazioni a stucco, che incorniciano importanti opere pittoriche: la Madonna del Rosario nell’omonima cappella, opera di Corrado Giaquinto, le grandi tele con scene dell’Antico Testamento nel presbiterio, e gli affreschi tardo-settecenteschi della volta, opera di Nicola Porta.

Di fattura notevole sono due opere lignee in stile barocco: il pulpito, realizzato da un intagliatore napoletano, nelle tonalità del nero e dell’oro, con le rappresentazioni della Madonna del Rosario e Santi; la cantoria, giocata sullo stesso cromatismo seicentesco, con nove pannelli nella balconata, tutti decorati con testine d’angelo alate, ospita l’organo appartenuto ai Gesuiti e costruito da Petrus de Simone.

Di meritoria attenzione si presta il pulpito, realizzato nel XVII secolo, un’opera in cui si fondono in perfetta armonia barocco e rinascimento. Sul fronte è ben visibile lo stemma del suo benefattore attorniato, sui pannelli della cassa, da immagini policrome di San Giovanni Battista, San Domenico, la Madonna del Rosario, San Tommaso e Santa Maria Maddalena, tutte scolpite entro nicchie dorate delimitate da colonne.

Molfetta, Chiesa di San Domenico, in controfacciata la cantoria lignea del XVII secolo. L’organo della Chiesa, del 1756, costruttore Pietro De Simone jr, originariamente appartenente ai Gesuiti, ricevette la sua collocazione attuale nel 1816, quando l’organo esistente in San Domenico venne trasferito in Cattedrale. Fu restaurato nel 2006 da Nicola Canosa. E’ evidente la sproporzione tra le dimensioni dell’organo e quelle della cantoria, progettata per il grande organo ivi collocato prima del 1816.

All’interno del pulpito è posta la tela, di autore ignoto, raffigurante San Tommaso. La cantoria, situata subito sopra il portale d’ingresso con annesso organo, risalente anch’essa al XVII secolo, è tutta in legno fregiata, come l’organo, di cornici dorate.

Entrambe le opere sono state restaurante nel 2005. L’organo originale, anch’esso risalente al XVII secolo, fu trasferito nel 1816 nella nuova cattedrale in cambio dell’attuale appartenuto ai Gesuiti e costruito da Petrus de Simone.

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