Molfetta racconta: la storia della “𝐶ℎ𝑖𝑒̀𝑠𝑒 𝑁𝑜𝑒𝑣𝑒”

La storia delle apparizioni di Lourdes, si intreccia con quella della costruzione di una “chiesa nuova” a Molfetta dedicata all’Immacolata Concezione

Cartolina postale del 1930 raffigurante la chiesa dell’Immacolata edita dalla cartoleria Ventura.

L’11 febbraio del 1858, nella grotta di uno sconosciuto paesino nei Pirenei francesi, apparve ad una giovane  quattordicenne del posto, “una signora vestita di bianco”. Il 25 marzo dello stesso anno la “signora” si annuncia confermando la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione proclamato quattro anni prima da Papa Pio IX. Nel 1874, venti anni dopo la proclamazione del dogma, il barese Gaetano Rossini (1867-1890), Vescovo della Diocesi di Molfetta, delibera la costruzione di una “chiesa nuova” nel nuovo quartiere a ridosso di Piazza Paradiso dedicata all’Immacolata Concezione.

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Alla metà del 1800 Molfetta era tra le venti città più popolose del Mezzogiorno con una popolazione che si aggirava intorno ai 26 mila abitanti e, mentre il territorio abitato si espandeva sempre più oltre le due porte urbane di piscina Comune e di piscina Nuova, in città vi erano tre parrocchie: San Corrado, Cattedrale e San Gennaro. Quest’ultima contava già una popolazione di oltre 10 mila anime per cui il vescovo della diocesi, Mons. Giovanni Costantini, nel 1845, inviò una petizione al Ministero degli Affari Ecclesiastici del Regno borbonico con la richiesta dell’autorizzazione a poter costruire una nuova chiesa, onde alleggerire il carico di lavoro pastorale della parrocchia di San Gennaro. Intanto già dal 1700 la città, rispetto al centro antico, si era sviluppata verso ponente con uno schema viario irregolare composto da viuzze strette ed abitazioni piccole e malsane, spesso causa di epidemie come il colera, il vaiolo ecc. Il Comune allora, nel 1870, diede l’incarico all’architetto molfettese Corrado de Judicibus del primo Piano Regolatore della città con nuove costruzioni edilizie, nel quartiere denominato Sedelle o Casale dell’Annunziata, ispirate a criteri di soleggiamento, di luminosità, di larghezza stradale e con la costruzione di marciapiedi.

Il nuovo contesto urbano andava delineandosi con schema a scacchiera nella nuova periferia tutta a vocazione agricola ed infatti si progettò di far sorgere una chiesa, detta appunto Nuova, sul fondo del sig. Cappelluti Mauro Sergio, a sinistra di uno slargo (piazza Immacolata), la cui forma triangolare costituiva proprio l’elemento di raccordo tra lo schema irregolare delle preesistenti aree urbane settecentesche e il nuovo tessuto a scacchiera. Fin qui il lavoro di progettazione della Chiesa Nuova. Purtroppo la costruzione di essa subì diverse battute d’arresto a causa di vicende politiche ed economiche sia nazionali che locali: i moti rivoluzionari del 1848, gli eventi che portarono alla fine del Regno di Napoli e all’Unità d’Italia, la mancanza di fondi e non ultima la morte dei vescovi della diocesi.

Si dovette giungere quindi all’agosto del 1874 per l’apertura delle tracce e l’8 dicembre dello stesso anno avvenne la posa della prima pietra alla presenza del vescovo Mons. Gaetano Rossini, succeduto frattanto a Mons. Nicola Maria Guida che a sua volta era succeduto a Mons. Giovanni Costantini. La direzione dei lavori fu affidata allo stesso ing. de Judicibus con la facoltà di scegliere i maestri costruttori: Benedetto Pansini fu Nicola e Vincenzo Cappelluti di Francesco i quali, tenuto conto della precarietà finanziaria, non stipularono alcun contratto ma si impegnarono ad eseguire i lavori in base alle disponibilità economiche. Naturalmente, finiti i soldi, i lavori si arrestarono nel 1886 e della chiesa non se ne parlò per lungo tempo anche a causa degli eventi della politica italiana che nel 1887 fece precipitare la situazione: i 2/3 degli stabilimenti industriali chiusero, ci fu una rovina generale e la crisi coinvolse la totalità delle famiglie molfettesi.

Finalmente dopo 21 anni dalla posa della prima pietra, la nuova chiesa potè essere aperta al culto il 29 settembre 1892 ad opera del vescovo Pasquale Corrado (succeduto a Gaetano Rossini) il quale però moriva nel 1894 e fu il nuovo vescovo Pasquale Picone a consacrarla il 29 settembre del 1896. In quell’occasione nell’altare maggiore si deposero le reliquie dei Santi Fruttuoso e Gaudenzio, di San Paolo, Santa Teresa e San Corrado. C’erano voluti ben cinquant’anni e 5 vescovi per vedere finalmente eretta la Chiesa Nuova.

Fonte Web: Parrocchia Immacolata Molfetta

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