Tommaso Minervini cade o non cade? Facciamo il punto della situazione

L’aumento della pressione del magma all’interno del “Bardarbunga”, i brontolii che arrivano dall’interno della “caldera consigliare”, fanno pensare ad una imminente eruzione esplosiva del “vulcano”…

Tommaso Minervini in versione Gran Khan sulla grande muraglia cinese. By Marino Piers. Giovine
“Torna a Casa Mancie” by Marino Piers. Giovine

Tommaso Minervini cade o non cade? Bella domanda, verrebbe da dire. Facciamo il punto della situazione, a modo nostro, però. Diciamo subito che non lo sappiamo con certezza se il Sindaco di Molfetta resterà in carica fino all’anno prossimo, fino alla scadenza naturale del suo mandato, oppure no. Una cosa però è certa, anzi certissima: le acque all’interno della sua maggioranza (forse già da tempo ex maggioranza), sono abbastanza agitate e non da oggi a voler essere magnanimi.

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Inutile però andare a caccia di pubbliche dichiarazioni e di conferme ufficiali: tutti quelli che sino a oggi (ma anche sino a ieri) l’hanno sostenuto stanno osservando un rigoroso silenzio. E non solo loro visto che anche quasi tutti gli esponenti dell’opposizione tacciono. La qual cosa fa pensare e molto, inutile negarlo.  “Qui gatta ci cova”, “manovre in corso”, sicuramente.

Questo silenzio assordante fa ritenere che un po’ tutti, da sinistra a destra e da destra a sinistra dell’emiciclo di Palazzo Giovene, siano in attesa di qualcosa di eclatante. E in questi casi, si sa, “il silenzio è d’oro” per la “buona riuscita dell’operazione già in corso”. Anzi, forse anche esponenti dell’opposizione sono attori silenziosi, unitamente ad esponenti dell’ex maggioranza, di una di quelle operazioni politiche, perlopiù trasversali, che si tenta di mettere in atto quando c’è da mandare a casa anzitempo un Sindaco divenuto trasversalmente indigesto (politicamente parlando): le dimissioni in blocco della maggioranza assoluta dei consiglieri comunali.

Un’operazione simile a quella tentata (e riuscita) a Molfetta, oltre due decenni fa, sarebbe in corso. Un’operazione capitanata, allora, udite udite, dallo stesso Tommaso Minervini, all’epoca consigliere comunale passato all’opposizione nel breve volgere di qualche mese dalla sua elezione. Minervini tornerebbe nuovamente parte in causa, quindi, in una manovra di tal fatta, ma questa volta non come primattore della trama ma come principale parte soccombente. Supposizione? Può darsi. Non vi sono conferme, ma neppure smentite. Quindi? Tutto a posto, certo, ma niente in ordine e senza la regia di Lina Wertmüller. Ma una regia c’è, eccome se c’è. Quella del solito “Barbarossa”, grande orditore nostrano di trame politiche. Nulla a che vedere con l’Hohenstaufen, però.

Come abbiamo già evidenziato, però, una cosa è certa: “qualcosa bolle in pentola” e già da tempo all’interno della ex maggioranza. Il Consiglio comunale, però, adesso sembra un vulcano pronto ad eruttare. Il “risveglio del vulcano” sembrerebbe imminente dopo la serie abbastanza lunga di terremoti (politici e non) che si sono verificati nell’ultimo anno di tormentata gestione amministrativa.

L’aumento della pressione del magma all’interno del “Bardarbunga”, i brontolii che arrivano dall’interno della caldera consigliare, fanno pensare che il vulcano sia pronto a eruttare da un momento all’altro. “La raccolta di firme” per sfrattare Tommaso Minervini da Lama Scotella sarebbe già partita, secondo qualche giornale locale, animata da “diversi rappresentati del mondo politico locale”. La conferma che l’iniziativa di “far finire il mandato di Tommaso Minervini anzitempo” è trasversale, come ogni manovra di tal fatta che si rispetti.

Al di là delle supposizioni, delle metafore e delle allegorie, un fatto è certo: la coalizione di governo del Sindaco di Molfetta non esiste più da tempo, l’abbiamo già scritto (Leggi anche, su Molfetta Discute Magazine: Un Sindaco senza maggioranza deve solo dimettersi). Non si può più negare il fatto che il Sindaco da parecchi mesi giochi a resistere il più possibile per tentare di arrivare fino alla conclusione naturale del suo mandato. Con le “maggioranze variabili” però non si governa: alla fine si finisce per scontentare un po’ tutti. Ed è quello che è accaduto negli ultimi mesi. Non si può negare inoltre la mancanza del numero legale in Consiglio comunale il 30 settembre scorso come pure le “assenze di taluni assessori alle riunioni di Giunta”. Sono fatti, tutt’altro che casuali.

Il prossimo Consiglio comunale, convocato per lunedì 18 ottobre, nella migliore delle ipotesi, può solo decidere di prolungare, forse solo di qualche settimana ancora, l’agonia politica di un Sindaco senza più arte né parte, senza più maggioranza ma, soprattutto, senza più autorevolezza. L’ostinazione del Sindaco nel non voler rassegnare le dimissioni, nel non voler prendere atto che per lui non vi sono più da tempo le condizioni politico-amministrative per continuare ad esercitare una minima (e decente) azione di governo della città, causerà inevitabilmente l’eruzione esplosiva del “Bardarbunga” con tutto ciò che ne consegue: lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale.

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