Ricordi della Mezza Quaresima di una volta

Tutti ci aspettavamo quest’anno un ritorno alle nostre amate tradizioni quaresimali, e invece… Rifugiamoci allora nei bei ricordi della Mezza Quaresima di una volta. Da un racconto di Angelo Boccanegra

Un vecchia foto della “Torre Madonna della Rosa”.

All’inizio del 2020 ci è toccata in sorte una Quaresima molto particolare: le rinunce non furono decise da noi, ma imposte dalla vita, dai medici, dallo Stato e dalla Chiesa. Nessuno di noi aveva previsto, però, l’estate scorsa, quando tutto sembrava ricondursi alla normalità di sempre, che anche quest’anno, avremmo ascoltato la “stessa musica”: tutti a casa, in buona sostanza, perché purtroppo non siamo riusciti a metterci definitivamente alle spalle la pandemia che ogni giorno ci condiziona in negativo (anche nell’umore). Non parliamo poi delle nostre amate tradizioni, dei riti e delle processioni del periodo quaresimale e, soprattutto, della Settimana Santa. Tutto (o quasi) cancellato, anche quest’anno, come l’hanno scorso. E sono due anni! E, diciamolo, sono già troppi per la nostra resistenza psicologica.

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

E’ già Mezza Quaresima e la Settimana Santa si avvicina velocemente. Anche quest’anno, però, non potremo fare null’altro che restare chiusi in casa il più possibile perché questo è (ancora) l’unico modo che abbiamo per rallentare la diffusione di un male oscuro e invisibile che sta demolendo tutte le nostre certezze, sta sconvolgendo tutte le nostre tradizioni, ma non ci sta affatto oscurando i ricordi, come quelli della “Mezza Quaresima di una volta”.

I ricordi, i bei ricordi… ne abbiamo oggi più che mai bisogno per alleviare questa nostra lunga resistenza. Ricordiamo allora ben volentieri di come i molfettesi amavano vivere il giorno di Mezza Quaresima, recandosi in campagna con grandi “ruote” di calzone e rompendo la mitica “pignatta”.

La Mezza Quaresima, che cade sempre il giovedì successivo alla terza domenica di Quaresima, segna esattamente la metà della Quaresima che culminerà con la Pasqua, dopo la Settimana Santa, il periodo forse più sentito dell’anno dai molfettesi. Con l’arrivo della primavera e quindi anche delle belle giornate, iniziano le irrinunciabili scampagnate. Tradizione vuole che il giorno di Mezza Quaresima si prepari u calzòene, una focaccia ripiena di pesce fritto spinato (le nùzze stùbete), cipolle porraie (cepòdde spenzale), olive snocciolate, cavolfiore. Il calzone molfettese di pesce, a differenza delle frittelle tipiche del Natale, è il piatto immancabile del Mercoledì delle Ceneri e della Mezza Quaresima. Questa specialità gastronomica resiste ancora ma ha perduto il suo simbolismo quaresimale in quanto si può trovare nelle panetterie in tutti i mesi dell’anno.

In passato, era d’obbligo un po’ per tutte le famiglie prepararlo e mangiarlo in campagna, all’aria aperta primaverile e in compagnia. In questo giorno le famiglie si riunivano in campagna non solo per mangiare il calzone ma anche per rompere la così detta “pignatta” (la pegnéte) una vecchia pentola di coccio che veniva riempita di néuesce (noci), necìedde (nocelle), fàiche seccate (fichi secchi), castégne du prévete (castagne del prete), lepàiene (lupini), cìcere e fàve (ceci e fave abbrustoliti) e pestazze (carrube). Così riempita, la pignatta veniva sospesa ben oltre l’altezza media degli adulti che bendati e armati di bastone, dovevano cercare di romperla per il divertimento dei più piccoli. Brandendo un bastone, dovevamo cercare di colpire la pentola finché, tra le urla festanti, un colpo secco non la centrava in pieno rompendola e lasciando cadere dall’alto tutto il suo ricco contenuto.

Fino a qualche decennio fa, non c’era scampagnata di Mezza Quaresima che non contemplasse questa bella tradizione. Non mancavano poi i dolcetti fatti in casa, dopo che tutti si erano prodigati a raccogliere e poi naturalmente a sgranocchiare tutto quello che era caduto dalla pignatta. Era quello, anche un modo arcaico e sano per far divertire i bambini. Il clima era davvero festoso e si giocava anche con le altalene fatte alla meno peggio legando una fune tra un albero e l’altro. Mezza Quaresima era un giorno di festa, ma anche di relax, come si direbbe oggi, di mangiate con amici e parenti, e di lunghe passeggiate per i bellissimi sentieri del nostro agro.

Per chi non aveva la possibilità di andare in campagna, c’era sempre il luogo cult dell’epoca, la villetta della “Madonna delle Rose”, che in questo giorno diventava più frequentata di corso Umberto. Giornate indimenticabili che tutti noi custodiamo gelosamente nell’album dei nostri ricordi.

/ 5
Grazie per aver votato!

Sharing is caring!