Individuata la ‘pantera’ pugliese: è un serval, felino selvatico dell’Africa

L’animale, in compagnia dei propri cuccioli, è stato individuato a Bari nei pressi dell’aeroporto ‘Karol Wojtyla’. Resta da capire come dalla savana africana sia arrivato in Puglia

Il serval, detto anche servalo (Leptailurus serval Schreber) è un felino selvatico originario dell’Africa.

E’ stata intercettata a Bari la ‘pantera’ che ha spaventato per settimane la Puglia. In realtà si tratterebbe di un serval (scientificamente conosciuto conosciuto come Leptailurus serval), un animale selvatico originario della savana africana, ma non un reale pericolo per l’uomo.

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La sorpresa è stata tanta quando davanti agli occhi dei Carabinieri Forestali, che si sono precipitati sul luogo indicato da alcuni cittadini, a nord di Bari, non lontano dall’aeroporto ‘Karol Wojtyla’, si è materializzato un serval dal mantello completamente nero, un felino selvatico originario dell’Africa, con i suoi cuccioli. Non è strano che abbia dei cuccioli, dato che si può accoppiare anche con gatti “comuni”. Secondo un primo identikit, l’animale sarebbe lungo circa un metro, con un peso di circa 15 chilogrammi.

Basta guardare un serval però per capire subito che non si tratta di un comune gatto domestico, ma di un felino più grande, che ricorda piuttosto un ghepardo o un suo parente più piccolo come il gattopardo (Ocelotto). L’altezza del serval, detto anche servalo, al garrese oscilla tra i 54 e i 62 cm, mentre la lunghezza può raggiungere il metro. Le femmine pesano tra i 9 e i 12 kg, mentre i maschi possono arrivare a pesare fino a 18 kg. Se paragonato agli altri felini, il serval è quello con le zampe più lunghe in rapporto al resto del corpo.

Anche se può raggiungere le dimensioni di un cane di grande taglia, non è aggressivo.  È caratterizzato da una testa piccola, delle grandi orecchie, un mantello di colore variabile. Non c’è infatti un solo colore o una sola tipologia di mantello che caratterizza questo felino africano, esso può avere il pelo marrone e arancione e grosse macchie disposte in maniera asimmetrica di colore nero, oppure avere le macchie di dimensioni molto più ridotte. Gli esemplari che sfoggiano mantelli integralmente neri, come quello avvistato nei pressi dell’aeroporto di Bari, sono meno comuni e forse più affascinanti di quelli con pelliccia a macchie di grosse dimensioni.

Caso chiuso? Non proprio. Perché se non è strano che abbia dei cuccioli, dato che si può accoppiare anche con gatti “comuni”, resta da capire come l’animale dalla savana africana sia arrivato in Puglia. Il serval infatti non è un animale domestico, è una specie protetta ed è vietata la sua commercializzazione, anche se non è pericoloso per l’uomo. Forse qualcuno l’ha importato di nascosto dall’Africa, visto che l’animale è tra le specie protette. E’ la stessa specie che taluni utilizzano per creare degli ibridi con il gatto domestico, che portano il nome di savannah e che ultimamente sono protagonisti anche di svariati account sui social per via del loro fascino. Sarebbe opportuno evitare di acquistare queste razze, preferendo l’adozione di comuni gatti randagi.

Anche se il caso non è ancora chiuso, l’impressione è che la diffusione di questi felini selvatici sia proprio dipesa dalla richiesta di alcuni di acquistare specie esotiche od incroci. I Carabinieri Forestali adesso dovranno trovare il modo di avvicinare il felino, data la sua naturale diffidenza e ritrosia a lasciarsi avvicinare, per metterlo in sicurezza insieme ai suoi cuccioli e dovranno far luce sulla presenza sui nostri territori di questa specie di di felini africani di cui è vietata la commercializzazione.

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