Dalle Ceneri alla Settima Santa: riti e processioni nelle foto del passato

Le più belle foto del Novecento nel tempo di Quaresima a Molfetta che culmina con i riti della Settimana Santa

Molfetta, Sabato Santo del 1946: processione della Pietà

Molfetta è il cuore della religiosità pugliese. La Quaresima, e più specificamente, la Settimana Santa, con i riti che si declinano in una suggestiva varietà nei tanti comuni della regione, qui fonde con suggestione e devozione fede e folklore.

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Nei giorni quaresimali pregni di riti, tradizioni e funzioni religiose, i cuori si rianimano di ideali di vita, di principi di fede e di bontà.

Tutto inizia nella mezzanotte esatta tra l’ultimo giorno di Carnevale (martedì) ed il primo di Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri, quando dalla Chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti, fondata nel 1643, da sempre conosciuta con la denominazione popolare di Chiesa del Purgatorio, esce la processione della Croce, mentre il campanone della Cattedrale scandisce trentatré lenti rintocchi accompagnato dalle campane delle altre chiese della città. Quella grande Croce, la stessa che poi aprirà i sacri cortei processionali dell’Addolorata e della Pietà, sorretta da un confratello della Morte incappucciato, con a lato altri due che reggono ognuno un fanale, percorre lo stesso itinerario delle processioni della Settimana Santa molfettese per terminare, però, al Calvario. Da qui, dopo una breve omelia seguita dalla benedizione impartita dal Padre Spirituale, si ritorna al Purgatorio.

Il periodo quaresimale a Molfetta culmina con la Settimana Santa, il momento più suggestivo dell’anno in cui i riti religiosi si fondono con le tradizioni popolari per dare vita ad eventi che si tramandano e si ripetono da secoli mantenendo intatto tutto il loro fascino.

I riti della Settimana Santa molfettese sono concentrati nel Venerdì e Sabato Santo, anche se iniziano già dalla settimana precedente, con il cosiddetto Venerdì dell’Addolorata, quando la statua della Vergine, col petto trafitto, viene portata in spalla per le strade della città.

Il Giovedì Santo è il giorno dedicato alla visita dei Repositori, termine che dopo il Concilio Vaticano II ha sostituito quello di “Sepolcri” in quanto il Giovedì Santo non viene venerato il Cristo morto ma Gesù vivo nel sacramento dell’Eucarestia. Le Chiese della città, per l’occasione, sono aperte fino a tarda notte per l’adorazione dei tabernacoli dell’Eucaristia che sono decorati e ornati nei modi più disparati. Splendide e suggestive come ogni anno sono le solenni esposizioni dei Cinque Misteri, nella Chiesa di Santo Stefano, che saranno portati in processione dalle varie confraternite il Venerdì Santo, e delle sette statue presso la Chiesa del Purgatorio, che saranno portate in processione il Sabato Santo.

“Questo post lo dedico a mio padre, Nicola, molfettese di nascita e barese di adozione, nel giorno di Venerdì Santo del 1957, sessant’anni fa. Nonostante si fosse trasferito a Bari, per studiare prima e per lavoro dopo, ha sempre mantenuto contatti con la sua città natale. Era confratello della Confraternita di Santo Stefano che, nella processione del Venerdì Santo, aveva il compito di portare a spalla i Misteri. Il più importante era sicuramente il Cristo Morto, sul quale è in preghiera, il cui onore nel trasportarlo esaltava la sacralità dell’avvenimento, alla quale ambivano i confratelli. Con questa foto mi piace ricordare mio padre che ha rappresentato un pilastro importante della mia vita”. Post scritto qualche anno fa da Francesco Paolo Nisio sulla nostra pagina social. 

Tantissime sono le foto che ogni anno vengono scattate, in occasione di questi splendidi e secolari riti. Abbiamo pensato di pubblicare, nel foto-racconto che segue, le più antiche sui riti della Quaresima molfettese che culminano nella Settimana Santa, partendo dalle fotografie scattate nei primi anni del secolo scorso.

Fotoracconto
(Per la visualizzazione automatica in lightbox cliccare su un’immagine) 

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