«Se arrestate loro, allora arrestate anche me» disse al Pubblico Ministero

Tutti ricordano ancora, benché siano trascorsi quasi quarant’anni, l’intervento di Don Tonino Bello a seguito della protesta dei lavoratori delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi, che avevano occupato i binari della linea ferroviaria Bari-Foggia nel 1983

Giovinazzo, febbraio 1983: protesta dei lavoratori della AFP sui binari della ferrovia
Don Tonino Bello con Gianni Carnicella, Sindaco di Molfetta dal 14 febbraio 1992 alla data dell’assassinio avvenuto il 7 luglio 1992.

Il 15 febbraio del 1983, Don Tonino Bello, vescovo da pochi mesi della diocesi di Molfetta, intervenne a seguito della protesta dei lavoratori delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi, che avevano occupato i binari della linea ferroviaria Bari-Foggia.

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«Se arrestate loro, allora arrestate anche me», disse al pubblico ministero Nicola Magrone in una stanzetta della caserma dei carabinieri di Giovinazzo. Parole nette e decise, inequivocabili, che vanno sempre ricordate. Don Tonino lottò fino in fondo  accanto ai lavoratori delle Afp e la sua determinazione lo portò ad avere un confronto a Giovinazzo proprio davanti al pubblico ministero Nicola Magrone, il quale rimase colpito non solo dalla forza dei  suoi ideali ma anche dalle sue parole.

Il suo messaggio è stato sempre molto chiaro: la vicinanza ai più deboli, senza distinzioni. Di lui sono rimasti famosi gesti profetici come la marcia di pace a Sarajevo sfidando guerra e cecchini, l’opposizione al dispiegamento dei bombardieri Nato in Puglia, la difesa dei lavoratori a rischio di licenziamento, l’accoglienza in episcopio ad alcune famiglie di sfrattati.

Basterebbe solo documentarsi un po’ per capire che era tutt’altro che un “vescovo monotematico”; era tutt’altro che un uomo noioso. La sua grande capacità era anche quella di sorprendere, sempre, di comprendere e battersi per i più deboli, senza distinzioni. Don Tonino era un servitore degli uomini, dei poveri, dei deboli, dei malati… senza distinzioni. 

Con il suo esempio e la sua parola don Tonino Bello, un Grande Profeta, riaccende la speranza nei nostri cuori. Don Tonino parlava benissimo e scriveva ancor meglio. Aveva una capacità di comunicazione e di relazione straordinaria, vero profeta anche in questo areopago moderno. Sapeva evidenziare gli aspetti positivi presenti in ogni persona, per dare sempre coraggio e speranza. Era un uomo carismatico che viveva quello che diceva e sapeva comunicarlo come solo un poeta è in grado di fare. Con i suoi scritti e i suoi interventi Don Tonino scardina ancora oggi le certezze di chiunque e questa è una delle sue tante eredità “scomode”.

C’è morte e morte. C’è qualcuno, anche famoso, di mondo e di chiesa, che è morto prima ancora di morire e ci sono altri che sono vivi anche da morti, perché per loro parlano persone e libri, parole e scelte, atti eroici! Tra quest’ultimi trova senz’altro posto la figura di don Tonino Bello.

“Vi faccio questo augurio. Che anche voi, scrutando i segni, possiate dire così: Resta poco della notte, perché il sole sta già inondando l’orizzonte”. Vogliamo concludere questo ricordo di oggi con questa sua bellissima frase. Parole di speranza e di fede in un periodo storico in cui tutta l’Italia, e il mondo intero, vivono con il fiato sospeso.

Don Tonino Bello con Annalisa Altomare, il primo Sindaco donna di Molfetta (3 settembre 1992 – 27 giugno 1994). Di lui, recentemente ha detto: “Don Tonino è stato l’uomo che invitava a verificarsi costantemente, è stata la voce fuori dal coro, colui che professava pace e verità. E’ stato l’uomo della dolcezza, ma contemporaneamente della forza per richiamare le coscienze e istruirle al rispetto, alla non violenza senza se e senza ma, all’impegno qui e ora. Ha preso il cuore in mano e ha insegnato a farlo battere sul cammino di Gesù Cristo”.

 

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