Tutti ricordano ancora, benché siano trascorsi quasi quarant’anni, l’intervento di Don Tonino Bello a seguito della protesta dei lavoratori delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi, che avevano occupato i binari della linea ferroviaria Bari-Foggia nel 1983
Il 15 febbraio del 1983, Don Tonino Bello, vescovo da pochi mesi della diocesi di Molfetta, intervenne a seguito della protesta dei lavoratori delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi, che avevano occupato i binari della linea ferroviaria Bari-Foggia.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!«Se arrestate loro, allora arrestate anche me», disse al pubblico ministero Nicola Magrone in una stanzetta della caserma dei carabinieri di Giovinazzo. Parole nette e decise, inequivocabili, che vanno sempre ricordate. Don Tonino lottò fino in fondo accanto ai lavoratori delle Afp e la sua determinazione lo portò ad avere un confronto a Giovinazzo proprio davanti al pubblico ministero Nicola Magrone, il quale rimase colpito non solo dalla forza dei suoi ideali ma anche dalle sue parole.
Il suo messaggio è stato sempre molto chiaro: la vicinanza ai più deboli, senza distinzioni. Di lui sono rimasti famosi gesti profetici come la marcia di pace a Sarajevo sfidando guerra e cecchini, l’opposizione al dispiegamento dei bombardieri Nato in Puglia, la difesa dei lavoratori a rischio di licenziamento, l’accoglienza in episcopio ad alcune famiglie di sfrattati.
Basterebbe solo documentarsi un po’ per capire che era tutt’altro che un “vescovo monotematico”; era tutt’altro che un uomo noioso. La sua grande capacità era anche quella di sorprendere, sempre, di comprendere e battersi per i più deboli, senza distinzioni. Don Tonino era un servitore degli uomini, dei poveri, dei deboli, dei malati… senza distinzioni.
Con il suo esempio e la sua parola don Tonino Bello, un Grande Profeta, riaccende la speranza nei nostri cuori. Don Tonino parlava benissimo e scriveva ancor meglio. Aveva una capacità di comunicazione e di relazione straordinaria, vero profeta anche in questo areopago moderno. Sapeva evidenziare gli aspetti positivi presenti in ogni persona, per dare sempre coraggio e speranza. Era un uomo carismatico che viveva quello che diceva e sapeva comunicarlo come solo un poeta è in grado di fare. Con i suoi scritti e i suoi interventi Don Tonino scardina ancora oggi le certezze di chiunque e questa è una delle sue tante eredità “scomode”.
C’è morte e morte. C’è qualcuno, anche famoso, di mondo e di chiesa, che è morto prima ancora di morire e ci sono altri che sono vivi anche da morti, perché per loro parlano persone e libri, parole e scelte, atti eroici! Tra quest’ultimi trova senz’altro posto la figura di don Tonino Bello.
“Vi faccio questo augurio. Che anche voi, scrutando i segni, possiate dire così: Resta poco della notte, perché il sole sta già inondando l’orizzonte”. Vogliamo concludere questo ricordo di oggi con questa sua bellissima frase. Parole di speranza e di fede in un periodo storico in cui tutta l’Italia, e il mondo intero, vivono con il fiato sospeso.