I cavalieri templari divennero famosi non solamente per l’inedita natura del loro ordine, ma anche per la solidità del proprio sistema bancario che attirava migliaia di europei di ogni condizione certi di poter affidare in tutta tranquillità le proprie ricchezze al tempio.
L’Ordine prestava denaro contante a regnanti e privati per affrontare qualsiasi tipo di pagamento. Ad esempio, nel 1204 e nel 1206 i Templari anticiparono al re inglese Giovanni Senzaterra la cifra necessaria per riscattare due suoi servitori prigionieri di Filippo Augusto di Francia. Non pagare i crediti in tempo comportava multe o la perdita dei beni lasciati in pegno. Infatti, prima di concedere il prestito l’Ordine esigeva una garanzia, come oggetti preziosi da lasciare in custodia presso le loro sedi. Verso il 1240, Baldovino II di Costantinopoli lasciò addirittura un frammento della Vera Croce di Cristo come garanzia per un’enorme somma richiesta in prestito ai Templari siriani.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Una delle innovazioni più interessanti dei Templari fu la lettera di cambio: quando un pellegrino si metteva in viaggio verso la Terrasanta, prima di partire depositava in una commenda del Tempio la quantità di denaro di cui poteva avere bisogno, per la quale il cambiavalute gli rilasciava una lettera di cambio. Arrivato a destinazione, il pellegrino poteva usare la lettera per riscuotere in una rispettiva sede del Tempio in Terrasanta la quantità di denaro equivalente a quella depositata in precedenza. Si trattava di un espediente utile a evitare il trasporto di tanto denaro contante che poteva essere perso in un naufragio o per colpa di un assalto di banditi.
Le commende templari funzionavano come una gigantesca rete di uffici bancari, che davano modo ai loro clienti più importanti di disporre dei fondi che vi venivano depositati, per quelli che potevano essere definiti degli antenati degli attuali conti correnti. Vi era persino un servizio equivalente all’odierno bonifico, che dava modo di effettuare pagamenti senza essere costretti a spostare grandi quantità di denaro. Il sistema era molto utilizzato da papi e re per spostare i propri fondi da un posto all’altro.
Infine, non c’era solo il denaro, perché i Templari si occupavano comunque di custodire beni di qualsiasi tipo, come i gioielli dei monarchi o, nel 1258, la copia originale del trattato che il re francese aveva firmato con Enrico III d’Inghilterra.
Le banche dei templari conobbero il loro periodo migliore nei secoli XII e XIII, prima della crisi e della fine dell’ordine datata al 1314, quando Jacques de Molay, ultimo gran maestro del Tempio, venne condannato a morte e arso sul rogo a Parigi.
Fonte bibliografica: M. Montesano, “Templari: I Bancheri d’Europa” in Storica: National Geographic, VI, n. 81, pp. 64-75.