“Verrà un giorno…”: la profezia ritrovata di Pio XII

Alcune confidenze inedite dell’allora cardinale Eugenio Pacelli riguardo le apparizioni di Fatima e l’apostasia della Chiesa cattolica

Papa Pio XII (in latino: Pius PP. XII, nato Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli; Roma, 2 marzo 1876 – Castel Gandolfo, 9 ottobre 1958). Dal 2 marzo 1939 al 9 ottobre 1958 è stato il 260º papa della Chiesa cattolica e 2º sovrano dello Stato della Città del Vaticano. Nel 1990, a conclusione della prima fase di beatificazione, ha ricevuto il titolo di Servo di Dio. Nel 2009, a conclusione della seconda fase, ha ricevuto il titolo di Venerabile, che ne attesta l’eroicità delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidata alla Compagnia di Gesù.

Nel 1972 uscì in Francia una biografia su papa Pio XII intitolato Pie XII devant l’Histoire, scritta da mons. Georges Roche e da Philippe Saint Germain, mai tradotta in italiano. Gli autori riportano alcune confidenze inedite che l’allora cardinale Eugenio Pacelli, nel “lontano” 1933, fece a due amici, il conte Enrico Pietro Galeazzi e monsignor Slozkaz, riguardo le apparizioni di Fatima e l’apostasia della Chiesa cattolica.

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È interessante notare che suor Lucia Dos Santos mise per iscritto le visioni e i segreti solamente nel 1941 e nel 1944, per cui ciò che disse l’allora cardinal Pacelli — che si sta avverando tragicamente — farebbe pensare che non tutto ci è stato rivelato durante il Giubileo del 2000.

Abbiamo tradotto per voi quelle confidenze, vere e proprie profezie del futuro Pio XII: leggete e meditate.

«Supponiamo che il comunismo sia uno degli strumenti di sovversione più evidenti usati contro la Chiesa e la Tradizioni della Rivelazione Divina. Quindi assisteremo alla contaminazione di tutto ciò che è spirituale: filosofia, scienza, legge, insegnamento, arti, media, letteratura, teatro e religione. Sono preoccupato per le confidenze della Vergine alla piccola Lucia di Fatima. Questo insistere da parte della Buona Signora sui pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro il suicidio che rappresenta l’alterare la Fede nella sua liturgia, nella sua teologia e nella sua anima. Sento intorno a me che gli innovatori desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rifiutare i suoi ornamenti e renderla piena di sensi di colpa per il suo passato storico.

Ecco, sono convinto che la Chiesa di Pietro dovrà rivendicare il suo passato, altrimenti si scaverà la sua stessa tomba. Io combatterò questa battaglia con tutte le mie forze all’interno della Chiesa, come al di fuori di Essa, anche se le forze del male forse un giorno potrebbero approfittare della mia persona, delle mie azioni o dei miei scritti, come si prova oggi a deformare la storia della Chiesa. Tutte le eresie umane che alterano la Parola di Dio sono fatte per sembrare di essere migliori di Essa.

Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Essa sarà allora tentata di credere che l’uomo è diventato Dio, che suo Figlio è solo un simbolo, una filosofia come tante altre. Nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Gesù li aspetta; come la peccatrice in lacrime davanti alla tomba vuota, grideranno: “Dove lo hanno portato?”. Sarà allora che si alzeranno i sacerdoti dall’Africa, dall’Asia, dalle Americhe – quelli formati nei seminari missionari – che diranno e proclameranno che il “pane di vita” non è un pane ordinario, che la Madre del Dio-uomo non è una madre come molte altre. Ed essi saranno fatti a pezzi per aver testimoniato che il Cristianesimo non è una religione come le altre, poiché il suo capo è il Figlio di Dio e la Chiesa (cattolica) è la sua Chiesa».

Pubblicato l’11dicembre 2017
Fonte web: Oracolo
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