Storia e benefici dei lampascioni apprezzati a Molfetta e in tutta la Puglia

Rappresentavano uno dei principali alimenti durante il periodo di Quaresima. Considerati delle vere e proprie prelibatezze, sono particolarmente apprezzati per il loro sapore leggermente amarognolo e per le qualità afrodisiache

Antinfiammatori, antitumorali, inibendo, secondo diversi studi, la crescita delle cellule cancerogene, contrastano il colesterolo cattivo, contribuendo a mantenere in salute il fegato e l’apparato cardiocircolatorio, i tessuti connettivi e le cartilagini e abbassando, grazie a saponine e pectine, la percentuale di grasso corporeo.

I lampascioni sono i bulbi del Muscari Comosum, appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Detti anche lampagioni o giacinti dal pennacchio o cipolle delle serpi dai contadini del Sud Italia, sono conosciuti sin dai tempi antichi.

Questi bulbi prelibati della terra fertile di Puglia, utilizzati in tantissime ricette, sono spesso anche simbolo delle festività più importanti (come nel caso del pranzo di Pasqua o della cena natalizia). Sono salutari per lo stomaco e per l’intestino in quanto stimolano la digestione e aiutano a contrastare la stitichezza.

I lampascioni venivano originariamente coltivati in Libia (quelli egiziani erano meno buoni). Sono stati poi importanti in Italia duemila anni fa ad opera dei Romani. Il poeta Ovidio ne consigliava l’uso nelle arti amatorie, ritenuti un autentico viagra naturale, specificando anche quale bulbo preferire a seconda della sua provenienza geografica, mettendo al primo posto quello derivante da Megara, poi quello della Libia e quindi quello della Daunia.

Dei Lampascioni ne parlava anche Plinio nel suo Naturalis Historia: ”I bulbi di Megara stimolano al massimo grado il desiderio amoroso”. E infatti i Romani offrivano lampascioni nei pranzi nuziali come cibo augurale per i poteri afrodisiaci.

Ricchi di acqua, fibre solubili, flavonoidi e minerali, questi preziosi bulbi hanno proprietà lassative, contrastando la stitichezza, sono diuretici ed emollienti. Riducono il rischio di cardiopatie, sono ipocalorici (contengono solo 30 calorie per 100 grammi) pertanto consigliati nelle diete, abbassano la pressione sanguigna, prevengono la formazione di trombi, stimolano l’appetito e le funzioni digestive.

Antinfiammatori, antitumorali, inibendo, secondo diversi studi, la crescita delle cellule cancerogene, contrastano il colesterolo cattivo, contribuendo a mantenere in salute il fegato e l’apparato cardiocircolatorio, i tessuti connettivi e le cartilagini e abbassando, grazie a saponine e pectine, la percentuale di grasso corporeo. Ma i lampascioni, secondo la tradizione pugliese che vuole questi preziosi bulbi vengano cotti sotto la cenere e poi conditi con olio e sale, hanno altre proprietà insolite. L’impasto ottenuto pestando un bulbo crudo, con l’aggiunta di pochissimo miele, favorirebbe la maturazione dei foruncoli, contrastando acne e impurità della pelle, mentre, in caso di pentole di terracotta lesionate, metà lampascione, fregato sulla crepa e fatto essiccare, servirà ad utilizzarle ancora per molto tempo! Provare per credere!

Tanti gli impieghi culinari. I bulbi sono ottimi bolliti e conditi con olio e aceto, fritti, soffritti, alla brace o al forno, come ingredienti per frittate, zuppe, arrosti di carne e piatti di pesce, conservati sottolio per accompagnare salumi e formaggi, sotto forma di paté per insaporire le fette di pane bruschettato o i crostini.

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