Maestosa e severa nell’insieme, alta quasi 20 metri, sorge a ridosso dell’autostrada Bari-Napoli. La sua datazione è però controversa

Torre del Capitano è situata nella località di S. Stefano, verso ponente. Secondo alcuni storici locali la contrada e la torre assumono la denominazione di Torre del Capitano o del Capitanio dal titolo militare del possessore del fondo che, nel periodo 1781-84, fu il capitano Vincenzo Brayda. Nel 1804 il possedimento era denominato «la macchia della Torre» ed era ubicato in località detta «la macchia del Capitano».
Si è ritenuto in passato che il nome le derivasse dal fatto che i Bizantini l’avessero destinata a sede del Capitanio che dipendeva direttamente dal Catapano di Bari per cui si faceva risalire la datazione della torre al tempo della dominazione bizantina dei nostri territori (VIII-IX sec.). Non vi sono però fonti storiche che supportino tale tesi.
La sua datazione è controversa benché la sua mole, austera e imponente, a pianta quadrata, ma soprattutto il tipo di costruzione, con pietre rozze e appena sbozzate e i vani interni, attesti la sua vetustà.
Maestosa e severa nell’insieme, alta quasi 20 metri, è illuminata in ogni piano da piccole monofore rettangolari. A piano terra vi è un antico focolare e sul tetto, in corrispondenza della saettiera, ci sono ancora i resti di un antico argano che doveva servire per tirare contemporaneamente tutte le scale retrattili in caso di assalto. Si è ritenuto in passato che la torre fosse circondata da un fossato che veniva riempito d’acqua in caso d’allarme. Non vi sono però conferme storiche in tal senso.
Dalle fonti documentali si evince che la torre fu edificata in un anno non noto ma cadente nel decennio 1557-1567. Nel 1556 donno Joannes Ciccithoma, figlio di Silvestro Ciccithoma, possedeva una «casella» in località S. Stefano. Nel 1561 tra i beni di questo sacerdote era censito un fondo di 14 vigne ed ordini 10 sito nella stessa contrada e senza alcuna torre. Sette anni dopo, con atto di notar Donato Antonio Pepe dell’ll dicembre 1569 (68), i fratelli chierici Joannes Silvestro e Lactantio de Maiora, divennero proprietari di questo fondo, di 16 vigne con «turri intus (= dentro) et casella lapidea», donatagli per testamento dallo zio Joannes Ciccithoma. Infatti nel 1572 Marino Antonio de Maiora, padre dei due chierici, possedeva una «macla cu(m) reditu i(n) loco [de] S(anc)to Stefano que fuit Don(n)i Jo(ann)is Cicci Tome». Questa notizia consente quindi di affermare che la torre fu edificata nel periodo compreso tra il 1557 ed il 1568.