Una riflessione che si impone sul quadro desolante delle funzioni pubbliche

Molfetta rivela un quadro desolante delle funzioni pubbliche. Si impone quindi una riflessione sul piano dei comportamenti pubblici. Non si può più tacere la preoccupazione sullo scenario di opacità che evidenzia il sistema politico-amministrativo della città. Il tema è semplice e lineare e riguarda il diritto assoluto che una classe politica si è arrogata di non essere politicamente trasparente praticamente su nulla. Una istituzione è “trasparente” nella misura in cui esercita la propria funzione non apparendo come se non lo fosse. Possiamo dire questo della politica-amministrativa di questa città? Evidentemente no! La percezione che se ne ha è molto negativa.
Un malcostume politico che speravamo definitivamente archiviato non solo è riaffiorato prepotentemente già da qualche anno, ma si sta radicando in città in maniera davvero preoccupante. Alcuni cittadini si sono recentemente preoccupati delle conseguenze provocate dalla crescita delle radici dei pini mentre avrebbero dovuto preccuparsi della crescita di “ben altre radici”. Tutti sanno di “certe infiltrazioni” e non stiamo chiaramente parlando di acqua. Tutti sanno, dicevamo, ma tutti tacciono, o quasi… Solo qualcuno sussurra…
Lo scenario davvero sconcertante di affarismo clientelare che permea oramai tutti i settori della vita pubblica non sta provocando una reazione da parte dei cittadini. Purtroppo, occorre ammetterlo, sta avvenendo il contrario. Sembra che in città sia scoppiata un’epidemia molto contagiosa: l’assuefazione. Anche la Magistratura dalla quale ci si aspetta sempre un “occhio vigile” su “certi fenomeni”, sembra non voglia più volgere lo sguardo sulle condotte che si palesano quantomeno discutibili sul piano politico amministrativo. È vero, alla Magistratura non compete un giudizio politico e ci mancherebbe altro. Ma alla Magistratura compete un potere di verifica e vigilanza su “certe condotte” e “certe relazioni” che “qualcosa” già dicono, anche al semplice cittadino. Non è piacevole dirlo, ma occorre purtroppo ammetterlo: quando i cittadini non riescono o non vogliono più scardinare un “certo sistema”, non vogliono più denunciarlo, aggregarsi e lottare per costruire una vera alternativa, etica oltre che politica, la speranza ultima rimane sempre quella “classica” di un “robusto” intervento della Magistratura, perché “le cose”, come si potrebbe popolarmente dire, volendo semplificare al massimo il concetto “ci sono”. “Il tappeto è enorme e va sollevato” perchè sotto sembra esserci “più che polvere”.
Non si può più tacere di fronte allo sbrego di un sistema, al declino totale dell’etica e della legalità. I cittadini sembrano quasi assuefatti o rassegnati alle devianze che intersecano oramai quasi tutti i settori del cosiddetto vivere civile. È inutile invocare stili istituzionali, codici deontologici, etica quando vi sono, “su questo versante”, preoccupati carenze nel DNA. La genetica dovrebbe pur averci insegnato qualcosa. Questa classe politica va, semplicemente e senza tanti giri di parole, spazzata via! Deve essere molto semplicemente travolta, senza se e senza ma, da una marea legalitaria che prescinda dal colore politico.
Questa città ha davvero bisogno non di una svolta, ma di un radicale cambiamento. E se questo non arriva forte e chiaro dai cittadini, la speranza è che “chi di dovere faccia quello che deve fare”, adesso o mai più! Prima che sia troppo tardi, se non è già troppo tardi, perchè la notte a Molfetta sta diventando sempre più lunga e sempre più buia!
MDM